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L'OSPITE – ARNO ROSSINI«Calcio inattendibile, avete mai provato a togliere il volume della tv durante una partita?»

22.04.20 - 08:00
Ripartire dopo lo stop per il coronavirus? Per Arno Rossini è uno sbaglio.
Keystone (foto d'archivio)
«Calcio inattendibile, avete mai provato a togliere il volume della tv durante una partita?»
Ripartire dopo lo stop per il coronavirus? Per Arno Rossini è uno sbaglio.
«Si dovrebbe pensare ai giocatori. Credete possano giocare sereni? Credete siano immuni?».
CALCIO: Risultati e classifiche

MONACO DI BAVIERA - Ancora 24 ore e si saprà se il grande calcio europeo potrà ripartire. Domani, in un'Assemblea generale, i dirigenti del pallone tedesco decideranno infatti se la Bundesliga potrà ricominciare, a porte chiuse ovviamente. La data è già fissata - si parla dell'8 maggio – e di voglia ce n'è tanta: le possibilità che si torni a rincorrere il Bayern Monaco sono molto, molto grandi. A "ruota" potrebbero poi rivedersi la Liga e la Premier League le quali, salvo imprevisti, si riaccenderanno a fine maggio-inizio giugno. Non si hanno invece certezze su Italia e Francia, che al momento hanno ipotizzato il via poco prima dell'estate.

«Di cosa stiamo parlando? Questo non è un calcio attendibile – è intervenuto Arno Rossini – Quello che potrebbe ricominciare non è certo lo sport capace di entusiasmare che tutti conosciamo. È tutto forzato, tutto obbligato...».

È sempre pallone.
«Non sono d'accordo. Questo calcio non avrebbe nulla a che vedere con quello normale. In primis perché gli stadi sarebbero vuoti. E i tifosi sono parte dello spettacolo».

Il risultato è deciso dai ventidue in campo...
«Avete mai provato a togliere il volume della tv durante una partita? Non ditemi che le emozioni e le sensazioni provate sono state le solite. Il sottofondo è sempre trascinante. Va bene non averlo in una o due occasioni, ma sempre... Il problema, lo abbiamo già detto più volte, è al momento solo economico. Ci sono contratti firmati, le televisioni che spingono... solo per questo motivo si sta ancora pensando a ripartire. Credo in ogni caso che avrebbe più senso chiudere qua tutto, trovare un accordo rischiando anche di perdere soldi, per poi ripartire in sicurezza per la nuova stagione. Che possa essere seria».

Pur sapendo che non sarà perfetto, non si può immaginare il calcio di oggi come un segnale di speranza?
«Potrebbe ma, senza essere ipocriti, si dovrebbe pensare anche a chi mantiene vivo lo spettacolo. I calciatori, nello specifico. Credete possano giocare sereni? Credete siano immuni?».

Questo no.
«Esatto, e invece li si sta trattando come carne da macello. Non va bene e non ha senso. E poi, perdonatemi, ma se dopo le prime partite uno risulta positivo, cosa si fa? Si blocca nuovamente tutto? Sono inoltre convinto che gli stessi atleti non muoiano dalla voglia di tornare in campo nell'incertezza. Non lo diranno mai, non possono farlo, ma chiudere qui li renderebbe solo felici».

Così facendo però, fermando tutto, si aprirebbero altri interrogativi. Che fare con i titoli: sono da assegnare con le classifiche attuali?
«Questa pandemia è un evento eccezionale, di quelli che capitano una volta ogni cent'anni. È una guerra. Si può fare: "Stagione 2019/2020, titolo non assegnato". Non ci vedo nulla di male».

Si deve avere una graduatoria da proporre alla UEFA per le prossime coppe...
«Per questo ogni Federazione può prendere l'ultima classifica aggiornata. Consegna quella e il gioco è fatto. Ma i dirigenti del pallone sono deboli...».

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