Il presidente Angelo Renzetti ha commentato l'arrivo dell'attaccante: «È un prestito con diritto di riscatto. Spero di vederlo già col Sion»
LUGANO - Il Lugano, da qui a fine stagione, avrà un’arma in più che risponde al nome di Rangelo Janga. In arrivo dall’Astana, club con il quale nelle ultime due stagioni ha siglato 10 reti in 40 partite, l’attaccante 27enne ha raggiunto in prestito i bianconeri, dove indosserà la maglia numero 9. «Come sempre le risposte le darà il campo, ma siamo convinti di aver ingaggiato un professionista serio che spero di vedere in campo già domenica col Sion», spiega il presidente Angelo Renzetti commentando l’ingaggio di Janga, che può vantare anche 18 presenze nella Nazionale maggiore di Curaçao condite da 11 reti.
Cresciuto calcisticamente nei Paesi Bassi, l'attaccante è esploso nel 2015 nella Lega cadetta olandese, prima di passare al Trencin (33 gol in 59 match) e poi ai belgi del Gent. In seguito il trasferimento all’Astana, dove ha pure disputato due volte la fase preliminare di Europa League. «Ha parecchia esperienza e anche come uomo mi ha fatto un’ottima impressione - aggiunge il patron - È un padre di famiglia e un professionista vero, insomma un giocatore con la testa sulle spalle. Come caratteristiche ha quello che ci serviva e che ci aveva chiesto Jacobacci. Le premesso ci sono, poi si vedrà».
Forte fisicamente, alla punta (194cm) servirà forse un po’ di tempo per ingranare.
«Per quel che ho visto, rispetto ad altri giocatori con una certa fisicità, Janga è anche veloce: ha gamba. Da diverso tempo non gioca partite ufficiale e dunque sì, forse dovremo aspettare un po' prima di vederlo al meglio. Per il resto siamo fiduciosi».
La formula è quella del prestito secco?
«No, si tratta di un prestito con diritto di riscatto a nostro favore».
Infine, a proposito di mercato, un aggiornamento sulla situazione di Domen Crnigoj, il cui trasferimento in Italia (era a un passo da Livorno e Chievo) non si è concretizzato.
«Crnigoj è fuori rosa. Non fa più parte del nostro progetto. Alcuni mercati, come quello in Polonia, sono ancora aperti: vedremo se si muove qualcosa oppure no. Reintegrarlo? Non è possibile».
Infine una battuta sul campionato, con l’importante successo colto domenica a Cornaredo contro l’YB (il primo del 2020).
«La vittoria con l’YB ci ha dato un’indicazione molto chiara: questo Lugano deve essere una squadra operaia. Non solo contro i campioni svizzeri, ma contro tutti. Boccata d’ossigeno? Sì, ma non dobbiamo guardare le altre, come Thun o Xamax. Non dobbiamo pensare a chi sta dietro, ma rimanere compatti e tenere i piedi per terra, affrontando ogni avversario con la stessa mentalità».