Il presidente bianconero è deluso da come sta andando la trattativa per il passaggio di mano del club. Sul piano sportivo, invece, guarda con fiducia al futuro
LUGANO - Angelo Renzetti non vuole trattare l'argomento cessione mentre vuol discutere solo di calcio. «Un discorso stucchevole, non voglio più parlarne. La cosa è chiara: io non desidero e non posso più continuare. Se arriva qualcuno ben venga. Non voglio farmi prendere in giro. Questa è una cosa seria. I miei interlocutori, al momento, non hanno fatto quello che mi aspettavo. Ma parliamo di calcio giocato».
Al termine del match pareggiato con la capolista YB, il presidente analizza cosi il Lugano del girone d’andata. «Siamo la terza miglior difesa del campionato, non è una cosa da poco. Abbiamo fatto fatica a segnare gol e non tutti gli obiettivi sono stati raggiunti. Probabilmente avremmo dovuto cambiare prima allenatore, visto come sono andate le partite con il nuovo, raccogliendo parecchi punti. Quindi qualcosa c’era. Pazienza, va bene anche così. Comunque buona la squadra, buona la rosa. Abbiamo tenuto testa a tutte le avversarie. Forse il problema nella prima parte del campionato è stato l’atteggiamento, un po' troppo remissivo».
Cosa serve per questo Lugano targato 2020? «In entrata possiamo fare massimo due movimenti, ma li faremo a dipendenza di chi partirà. La rosa è troppo grande, non abbiamo più gli impegni in Europa League e in Coppa Svizzera. Saranno tre o quattro i giocatori in partenza: mi ripeto la rosa troppo ampia e impegnativa a livello di costi. Se c’è la possibilità di prendere un bomber lo faremo, ma è chiaro al momento non abbiamo soldi da spendere. Per il girone di ritorno mi attendo delle belle cose. Qualche obiettivo c’è. Sono convinto che questa squadra possa fare le qualificazioni per l’Europa League, questa è una mia convinzione. Se ci arriviamo, sarà più soddisfacente giocare in casa queste partite, che andare nei gironi a viaggiare con costi esorbitanti».