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EUROPA LEAGUE«Coppa? A Lugano dovrebbero essere vaccinati»

17.09.19 - 07:00
Pier Tami ha guidato l'ultimo Lugano internazionale: «L'Europa può darti una spinta. I bianconeri hanno bisogno di reagire e la partita di Copenaghen offre loro un'occasione ghiottissima»
«Coppa? A Lugano dovrebbero essere vaccinati»
Pier Tami ha guidato l'ultimo Lugano internazionale: «L'Europa può darti una spinta. I bianconeri hanno bisogno di reagire e la partita di Copenaghen offre loro un'occasione ghiottissima»
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LUGANO - La lezione subita alla Pontaise ha fatto saltare il banco a Lugano dove, dopo settimane di "siamo sereni perché anche se non vinciamo stiamo giocando bene", i bianconeri si sono riscoperti brutti, oltre che ancora perdenti. L'eliminazione dalla Coppa Svizzera contro un rivale sì competitivo ma non certo irresistibile ha cancellato le ultime scuse e reso caldissima la situazione. Per la prima volta dal suo arrivo il mister è stato messo in discussione e per l'ennesima volta i giocatori più navigati - da quando sono padroni di casa a Cornaredo - si sono dovuti sorbire la strigliata presidenziale.

Le ambizioni al via, qualche buona prestazione, le sconfitte, l'Europa League che diventa improvvisamente un peso anziché una risorsa... Una situazione simile a Lugano l'hanno già vissuta nella stagione 2017/2018 quando, dopo un avvio "tranquillo" (due vittorie e otto punti in sette giornate), con le prime gite continentali la squadra si perse. In campionato arrivarono addirittura cinque sconfitte consecutive e, tra una stilettata e una sfuriata, Renzetti arrivò vicinissimo a silurare mister Tami.

«L'Europa League è uno stress ma solo a livello mentale - ha sottolineato proprio Pier Tami - È una competizione che assorbe grandi quantità di energia, ma solo per quanto riguarda l'aspetto nervoso. Per il resto è un qualcosa che può darti una spinta, piuttosto che rallentarti. Anche a livello fisico. Al Lugano farà dunque bene cambiare aria e misurarsi con le avversarie continentali».

A lei quasi fece perdere il posto.
«Ma la rosa a disposizione di Fabio Celestini è migliore di quella sulla quale potevo contare io. E poi ora c'è più esperienza. E non parlo solo di giocatori. Noi facemmo fatica perché, come società, non eravamo pronti alle emozioni della competizione. In quanto all'organizzazione delle partite tutti, i dirigenti, lo staff, gli stessi ragazzi, ci ritrovammo sotto pressione. Ora però a Cornaredo dovrebbero essere vaccinati. L'Europa non è più un'incognita per loro».

Però sono reduci da un periodaccio. Di sicuro non giocheranno tranquilli.
«I bianconeri hanno bisogno di reagire e la partita di Copenaghen offre loro un'occasione ghiottissima per farlo. Per battersi con rabbia e voglia e tirarsi fuori dalla crisi».

L'Europa League, a differenza della Coppa Svizzera, è un torneo nel quale una squadra come il Lugano non ha molto da perdere.
«Questa cosa che affrontare avversarie più forti significhi non avere nulla da perdere non mi è mai piaciuta. Non l'ho mai capita. C'è sempre da perdere. Credo piuttosto che giocando sfide internazionali ci sia molto da guadagnare. E poi preparare partite con rivali importanti è più facile: le motivazioni arrivano da sole e, di conseguenza, non puoi sbagliare l'approccio».

Cosa che invece alla truppa di Fabio Celestini è capitata nel weekend a Losanna. Sulla carta era favorita per il passaggio del turno, eppure ha fatto una pessima figura.
«Se non giochi con lo stesso livello agonistico del tuo avversario l'aspetto tecnico non viene a galla. Il Lugano ha perso? C'è un vantaggio in questo. Le sconfitte hanno sempre un vantaggio, anche se uno solo: stimolano le corde della rivincita. Cresce quella voglia di volere subito invertire il risultato negativo».

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COMMENTI
 

GI 4 anni fa su tio
spero non tornino "con le pive nel sacco"....
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