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L'OSPITE - ARNO ROSSINI«Che Bottani scelga se essere un calciatore vero o solo uno che trotterella per il campo»

14.08.19 - 09:01
Lugano, cosa ti manca? Arno Rossini: «Non va l'atteggiamento. I giocatori dovrebbero cercare la vittoria con maggior determinazione. Dovrebbero provocare gli eventi per arrivare al successo»
TI-Press
«Che Bottani scelga se essere un calciatore vero o solo uno che trotterella per il campo»
Lugano, cosa ti manca? Arno Rossini: «Non va l'atteggiamento. I giocatori dovrebbero cercare la vittoria con maggior determinazione. Dovrebbero provocare gli eventi per arrivare al successo»
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LUGANO - Le prestazioni non mancano, gli episodi però sono sempre negativi: in attacco non arrivano i gol e in difesa, invece, alla prima occasione si cade. Il momento non è certo esaltante per il Lugano, capace di cominciare la Super League con reboante 4-0 allo Zurigo ma poi piantatosi. Zero gol fatti e un solo punto preso in tre partite: non è questo cammino che speravano di applaudire i tifosi.

«Questi bianconeri devono cambiare qualcosa - è intervenuto Arno Rossini - c'è qualcosa che non va».

Stiamo parlando di problemi tattici o tecnici?
«Dell'atteggiamento in campo. I giocatori dovrebbero cercare la vittoria con maggior determinazione. Dovrebbero provocare gli eventi per arrivare al successo, non aspettarli. Se hai la giusta fame una partita come quella contro il Thun la vinci. E contro lo Young Boys non perdi».

Ok, il "freno" è mentale. Si può sbloccare?
«Ci si deve lavorare in settimana. Comunque certo: la cattiveria si può indirizzare. Come? Capendo che, parlando per esempio degli attaccanti, sbagliare un gol deve essere preso come un piccolo lutto. Non si può ridere e scherzare dopo un'occasione fallita, neppure in allenamento. Anzi, è proprio durante gli allenamenti che non si deve perdonare nulla. Il mister deve chiedere sempre il massimo ai suoi ragazzi, tenerli sulla corda, stimolarli. Deve incidere, è il suo ruolo. Basta ripetere "abbiamo qualità, stiamo giocando bene...", deve spronare i suoi. E i giocatori, dal canto loro, non devono commettere l'errore di accontentarsi di quel che hanno e di quel che fanno. Dire "ci provo" non basta. A Cornaredo devono cominciare a dire "ci riesco"».

Se il problema è solo la testa, significa che tutto il resto è ok? Che la rosa è a posto?
«È più che competitiva, pronta a correre per un campionato da protagonista. Forse, però, qualche piccolo aggiustamento lo si potrebbe fare. Io, per esempio, un uomo di peso a centrocampo lo inserirei. C'è il mercato. Ma c'è anche Covilo, che è stato messo un po' da parte. Su uno così punterei a occhi chiusi. Però lo devi sostenere dandogli una fiducia incondizionata».

Il 33enne ha un fisico importante. È un vantaggio ma anche un limite, soprattutto quando non al meglio.
«Ma può fare la differenza. A livello di esperienza come anche in alcuni frangenti della partita. Sulle palle ferme per esempio».

Altri singoli da rivedere?
«Sabbatini. È il cuore e il perno della squadra. Deve essere messo in condizione di giocare con la solita libertà e ispirazione. Non vorrei che Custodio finisca con il "portargli via" qualcosa, perché Jonathan ha qualità e tempi importanti. Da valutare ci sono poi Junior e soprattutto Bottani».

Il primo è in uscita, sempre che qualcuno paghi.
«Ma finché rimane dovrebbe essere concentratissimo sul Lugano. Non lo sta facendo. Forse questa situazione si poteva evitare o almeno risolvere prima».

Bottani invece?
«Lo apprezzo molto, però è davvero arrivato il tempo che scelga cosa fare della sua carriera. Deve decidere se essere un calciatore vero, forte, o solo uno che gioca a tratti, che trotterella per il campo, che va a corrente alternata. È giunto il momento che svolti. A Lugano è coccolato ma deve assolutamente dare di più. Uno come lui potrebbe essere, con le debite proporzioni, il Messi della squadra, uno che nella trequarti avversaria fa la differenza. 3-4 gol a stagione non bastano più».

Chi non sta trovando troppo spazio in bianconero è Sulmoni.
«Uno che schiererei sempre. Non tanto per il suo essere luganese, quanto perché, oltre ad avere indubbie qualità tecniche, potrebbe essere un trascinatore a livello caratteriale. Dalla sua presenza in campo tutti i compagni trarrebbero beneficio».

Chiudiamo con il giovane Enzo Barrenechea, argentino che potrebbe arrivare in Ticino via Juve.
«Non conosco a fondo i dettagli dell'operazione. A un 18enne però puoi dare spazio se la squadra è rodata, se tutto già gira alla perfezione. Schierarlo solo per fargli fare minuti potrebbe essere controproducente per il Lugano. Sarebbe un pessimo investimento sportivo. L'investimento economico potrebbe invece essere vantaggioso».

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