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SUPER LEAGUEDal lungo stop al rinnovo... dopo un folle finale: «A 30 anni non era semplice tornare»

25.06.19 - 13:16
Il ticinese Igor Djuric, fresco di rinnovo fino al 2022, è uno dei leader dello Xamax: «Posso parlare di premio per il duro lavoro. Joël Magnin? È un mister molto attivo e positivo»
Keystone/foto d'archivio
Dal lungo stop al rinnovo... dopo un folle finale: «A 30 anni non era semplice tornare»
Il ticinese Igor Djuric, fresco di rinnovo fino al 2022, è uno dei leader dello Xamax: «Posso parlare di premio per il duro lavoro. Joël Magnin? È un mister molto attivo e positivo»
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NEUCHÂTEL - Scampato il pericolo e mantenuto il posto in Super League dopo una pazza e movimentata stagione - culminata con l’incredibile e clamorosa rimonta nello spareggio contro l’Aarau -, il Neuchâtel Xamax ha già iniziato da una settimana a sudare agli ordini del nuovo mister Joël Magnin. Al lavoro da lunedì 17 i più giovani e i nuovi acquisti, ai quali da giovedì si sono aggiunti anche i giocatori più esperti e reduci dalle fatiche dello spareggio. Tra questi anche il ticinese Igor Djuric, difensore 30enne che, arrivato alla Maladière nel 2016, in questi anni ha saputo ritagliarsi un ruolo importante nei neocastellani. Rientrato in marzo dopo un grave infortunio al ginocchio sinistro, il 30enne ha dato manforte ai suoi nel finale di stagione e si è guadagnato un rinnovo (anticipato) sino al 2022.

«Posso parlare di premio, di ricompensa meritata per tutto l’impegno e il duro lavoro - spiega entusiasta Djuric - Dopo l’operazione per il grave infortunio (interessati il legamento collaterale, il crociato e il menisco, ndr), sono riuscito a rientrare in soli 7 mesi e giocare 11 partite. A 30 anni non era semplice».

Il ticinese è tornato e la squadra - già in crescita - ne ha giovato, ma nonostante la pregevole rincorsa lo Xamax non è riuscito ad evitare lo spareggio, poi iniziato con un vero e proprio shock… (ko 0-4).
«È stata una stagione assolutamente folle. Non mi vengono in mente altre parole per descriverla. Nel primo round con l’Aarau era andato tutto storto. A quel punto ci davano per morti e serviva un miracolo. 4-0 e successo ai rigori: alla fine siamo riusciti nell’impresa… E pensare che non avrei dovuto giocare. Costretto a saltare l’andata per uno stiramento, ero in forse anche al ritorno. Conoscendomi non avrei potuto vivere con questo rimorso e quindi ho fatto di tutto per esserci almeno 45’. È andata bene...»

Dopo il costante batticuore del 2018/19, ora la speranza è quella di vivere un campionato più tranquillo.
«Speriamo, il nostro obiettivo resta la salvezza. Sappiamo però che la seconda stagione è sempre la più difficile. Nella prima c’è l’euforia della promozione, che a noi - invero - si è spenta dopo due giornate… (ride, ndr). Sarà difficile, ma ci faremo trovare pronti per riprendere col piede giusto. Adesso ci sono la preparazione e le prime amichevoli, poi il 20 luglio si inizia con la trasferta di Thun».

A guidare i neocastellani, dopo aver salutato Stéphane Henchoz (già “accasatosi” a Sion), c’è il 48enne Joël Magnin.
«È un mister molto attivo e positivo. Conosce già l’ambiente e tutti i giocatori: questo è un plus. È un tecnico pronto al dialogo, ha già parlato con tutti individualmente per mettere subito in chiaro quello che pretende. Ogni giocatore sa esattamente cosa deve dare».

E a questo proposito il ruolo di Djuric, definito proprio dal mister «elemento fondamentale del progetto, in quanto sa dare l'esempio ai più giovani sia in campo che fuori», sarà importante.
«È quello che provo a fare da 2-3 anni. Cerchiamo di indirizzare i giovani, senza doverli sempre bacchettare», conclude il difensore ticinese.

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