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SUPER LEAGUE«Con Sadiku e Lavanchy proveremo a pareggiare lo spirito svizzero tedesco»

01.02.19 - 15:40
Neve permettendo, il Lugano è pronto a ricominciare a correre. Celestini: «Vogliamo portare allegria ai tifosi»
Ti-Press
«Con Sadiku e Lavanchy proveremo a pareggiare lo spirito svizzero tedesco»
Neve permettendo, il Lugano è pronto a ricominciare a correre. Celestini: «Vogliamo portare allegria ai tifosi»
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LUGANO - Prevista con largo anticipo, la neve sta rovinando i piani di Fabio Celestini e del Lugano, pronti a debuttare – domani sera – nella seconda parte di Super League. I fiocchi stanno invece mettendo a rischio il regolare svolgimento della partita contro il Thun, match dal quale i bianconeri sarebbero dovuti (dovranno?) ripartire alla volta di una primavera ricca di soddisfazioni.

«Le condizioni non sono molto buone e c'è preoccupazione – ha raccontato l'allenatore dei ticinesi nella rituale conferenza stampa del venerdì - Noi ci siamo preparati bene ma il campo... Già ieri, che ci siamo mossi sul secco, non era in condizioni buonissime. Dopo 15' si alzava, dava problemi... La situazione non mi fa certo stare sereno, neppure per il futuro. Se dovessimo giocare e finire con il rovinare maggiormente il terreno di gioco rischieremmo infatti di non avere un campo decente per quattro mesi».

Questo è un guaio pure per la filosofia di gioco del Lugano.
«Esatto. La settimana di novembre, con la Nazionale, il prato si è distrutto. In inverno poi l'erba non cresce. Mi auguro non lo sfasceremo completamente, perché fare una partita su una superficie del genere va bene, due anche, ma disputare così tutte le sfide casalinghe sarebbe penalizzante».

La società ha completato ingaggi sorprendenti in questa finestra di mercato. Pensiamo a Sadiku e Lavanchy...
«Potremmo essere sorpresi se ci fermassimo a guardare i nomi. Ma poi se pensiamo che Armando era a casa e il miglior posto per ricominciare senza adattamento era in un club come il Lugano, che gli vuole bene, allora la sua scelta non sembra più stupida. Per quanto riguarda Numa, lui è esploso a Losanna con me allenatore e c'è fiducia reciproca. Quando si è saputo di una problematica nata dalla sua società – noi altrimenti non ci saremmo potuti muovere – il club si è attivato. Sono di certo due entrate molto interessanti, con le quali ci siamo rinforzati».

Che giocatore è Lavanchy?
«Nel 2010, quando sono tornato a Losanna per finire la carriera, era ala. Le sue caratteristiche tecniche non erano tuttavia adatte per fare il professionista da esterno alto. Ha però la capacità di ripetere sforzi, è veloce, è intelligente e quindi è “naturalmente” indietreggiato a fare il terzino. Per me è una via di mezzo: è il quinto a destra».

A Lugano porterà personalità.
«È un ragazzo tranquillo ma molto competitivo. Non l'ho mai visto uscire dal campo senza la maglia sudata. Con lui e Sadiku abbiamo dato alla squadra due giocatori che a livello tecnico e tattico ci danno qualcosa in più. Ma che soprattutto porteranno competitività e voglia di vincere. Con loro potremo provare a pareggiare lo spirito svizzero tedesco».

Come stanno moralmente i bianconeri?
«Secondo me bene, ma siamo ovviamente giudicati per quello che facciamo sul campo e per i risultati. Per quanto riguarda la parte oscura del lavoro siamo contentissimi: siamo pochi, è più facile lavorare in gruppo e credo che veramente si stia creando qualcosa di speciale. Credo che stia nascendo qualcosa di importante. Se questo però non si traduce in punti allora conta poco. Ci stiamo impegnando per tentare di dare allegria ai tifosi e per ringraziare la società, che ha fatto un gran lavoro. Vogliamo essere all'altezza delle aspettative dei tifosi ma, credetemi, noi all'interno abbiamo la stessa voglia. Produrre tanto e raccogliere poco non ci ha fatto bene, speriamo di poter cambiare nelle prossime 21 partite».

Numero non casuale: c'è la Coppa.
«In tre partite si può vincere un trofeo. E portare una Coppa a Lugano non è lo stesso che farlo a Basilea, Berna o Zurigo. Ci proveremo, certo, anche se sappiamo che non sarà facile».

Il mercato ha visto giocatori rimanere – anche fuori rosa – e altri andare...
«I ragazzi devono capire che l'aspetto più importante è giocare. Solo quello. Sei mesi senza giocare in una carriera di dieci-dodici anni sono tantissimi».

Tra chi è andato c'è Masciangelo, che ha scelto la Juve U23.
«Non so della trattativa tra il Lugano e la Juve: non so che tipo di sviluppi futuri possa avere. Edoardo comunque è andato a giocare. E poi vestire la maglietta della Juve non è banale. Ha fatto bene? Lo scopriremo tra due-tre anni».

Nella partita di sabato, se si disputerà, non ci sarà lo squalificato Sabbatini.
«E neppure Daprelà, che è fermo per una distorsione rimediata sul sintetico. Abbiamo fatto nove-dieci giorni in Spagna su terreni eccezionali, siamo tornati e il sintetico ci ha portato vari problemi».

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