Maradona, attualmente alla guida dei Dorados de Sinaloa, ha affrontato il tema del consumo di droga: «Ciò che mi è accaduto è stato il pretesto per giustificare i figli di deputati e imprenditori»
BUENOS AIRES (Argentina) - Appena messo piede in Messico, nella conferenza di presentazione come nuovo allenatore dei Dorados de Sinaloa, Maradona volle toccare spontaneamente la spinosa questione legata al suo passato con la droga, assicurando che da 15 anni non ne faceva più uso e che era venuto solo per lavorare e far bene con il nuovo club. Parlando ora al sito argentino "Infobae", l'ex stella del Napoli ha toccato di nuovo il delicato argomento del consumo di sostanze stupefacenti diffuso in diversi ambienti.
«Non credo che mi giudichino per il mio passato, ma sapete che c’è? In Argentina ci sono molti ipocriti. Perfino chi fa il santo e indossa il saio è pieno di cocaina. Non crediate che si droghino soltanto i ragazzini poveri, assolutamente no. In Argentina c’è un sacco di gente che tira la cocaina e anche di ottima qualità. E lo so bene, perché l’ho sniffata con loro...».
Maradona è anche convinto che all'epoca sia stato "utilizzato" come capro espiatorio. «Hanno approfittato di quello che è successo a me per giustificare i figli drogati dei deputati e dei grandi dirigenti di azienda. Ma il tempo è galantuomo e mi darà ragione».
Poi per fortuna si parla anche di altro. Come della panchina. Diego ha intenzione di smettere? «No, almeno finché le ginocchia mi terranno su. Poi lascerò». Ma intanto, nel bene e nel male, continua a far parlare di sé.