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L'OSPITE - ARNO ROSSININaufragio Basilea, la barca affondata dagli "amici degli amici"

26.09.18 - 08:01
Che fine ha fatto l'inarrestabile truppa renana, cannibale capace di vincere otto campionati uno dietro l'altro? In poco più di un anno, scelte scellerate hanno rotto il giocattolo
Keystone
Naufragio Basilea, la barca affondata dagli "amici degli amici"
Che fine ha fatto l'inarrestabile truppa renana, cannibale capace di vincere otto campionati uno dietro l'altro? In poco più di un anno, scelte scellerate hanno rotto il giocattolo
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BASILEA - Nel giugno 2017, al termine di una corsa a perdifiato, il Basilea vinse il suo ottavo campionato di fila. E lo fece staccando di 17 lunghezze il secondo della classe, lo YB. In meno di un anno e mezzo il mondo - quello dei renani almeno - si è totalmente ribaltato. Dopo aver chiuso "solo" al secondo posto la scorsa stagione (-15 dai gialloneri), i rossoblù hanno infatti toccato il fondo in questo primo scorcio di 2018/19. Fuori dall'Europa e centrate solo due vittorie (con tre pari e due sconfitte) nelle prime sette giornate, sono infatti rimasti impantanati a metà classifica di Super League, mentre i rivali storici hanno continuato a volare. Lo scorso weekend è poi arrivato il clamoroso 1-7 che ha definitivamente certificato la loro crisi e di fatto già incoronato i gialloneri, nel frattempo volati a +10 in graduatoria sulle prime inseguitrici. Ma una rivoluzione tanto netta... come è stata possibile? In fondo quelli del Sankt Jakob-Park sono ancora quelli che hanno più soldi in Svizzera. Passi l'anno negativo, ma correre alla velocità di squadre che hanno un quinto del tuo budget ha il sapore della disfatta.

«Cosa è successo? Molto facile - è intervenuto Arno Rossini - semplicemente da un po' di tempo a questa parte a Basilea stanno commettendo grandi errori. A livello societario e tecnico».

Andiamo con ordine.
«Faccio dei nomi: Marco Streller, Alex Frei e Raphaël Wicky. Grandi ex giocatori, certo, ma per quale motivo sono stati inseriti nel club, in posizioni di rilievo tra l'altro? E cosa hanno portato?».

Il primo è direttore sportivo. Il secondo lavora con le giovanili.
«Streller è "caduto" direttamente dal lettino e si è ritrovato a fare il ds. Con quali competenze? Va bene il rapporto con il presidente Heusler, va bene essere amici; l'amicizia non porta però risultati. Quelli arrivano quando i professionisti lavorano bene».

I problemi a livello tecnico?
«L'anno passato la Prima squadra è stata affidata a Wicky, un altro "amico". A Basilea hanno speculato sul grande vantaggio, soprattutto tecnico, sullo Young Boys, e ne hanno pagato le conseguenze. Privo di esperienza in panchina, l'ex centrocampista ha infatti incontrato grossi problemi, non trovando le soluzioni. Il margine sull'YB non si è così, come nei piani societari, solo assottigliato, ma è scomparso. E il titolo è finito a Berna. Wicky ha ricominciato quest'anno ma, dopo una sconfitta europea, è stato allontanato. Troppo tardi».

Con Koller la situazione era inizialmente migliorata.
«Marcel ha sicuramente più qualità del suo predecessore; punta però su un gioco che poco si addice al club. È molto attendista, mentre dovrebbe essere più propositivo: il Basilea ha giocatori di qualità, che possono, devono, provare a imporsi piuttosto che aspettare gli avversari».

È insomma tutto sbagliato?
«Diciamo che incredibilmente, pensando a dov'era la società solo un anno e mezzo fa, tutto pare star andando a rotoli. Le scelte sbagliate stanno creando grossi danni. Ovunque. Anche a livello giovanile».

I renani rimangono in ogni caso ricchi: risalire non dovrebbe essere un problema.
«Non è impossibile, certo; mentre loro arrancano lo Young Boys, che proprio da loro ha copiato metodi e idee per tentare di migliorare - riuscendoci -, è però cresciuto tantissimo. Il Basilea ha i mezzi per riprendersi. Penso in ogni caso che, anche fosse fatta piazza pulita e ci fosse una nuova "partenza", per qualche stagione dovrà accontentarsi di fare da secondo ai gialloneri».

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