SERIE A«Ora mi sento come un Re, ma all'inizio il calcio era un hobby per distrarsi dalla fame»

TORINO (Italia) - Assieme hanno vinto uno scudetto, con lui in panchina al Milan ha vissuto la sua stagione migliore, inventato da trequartista. Domani Kevin-Prince Boateng - ora al Sassuolo - ritroverà il suo mentore Allegri nel match contro la Juve: «Al Milan siamo stati bene, con grande rispetto. Lui è cresciuto tantissimo, si vede da quello che ha vinto e da come ha formato questa Juventus - ha detto a "Sky" - Sono convinto che farà benissimo anche in un altro paese, il suo stile di gioco lo vedo più da Premier League». E a proposito della sfida contro i bianconeri... «Per noi sarà una partita molto difficile, affrontiamo la squadra più forte d'Italia e tra le più forti del mondo. Per fare risultato devono accadere due cose: loro non devono fare la loro miglior partite e noi dovremo fare la prestazione perfetta».

Lasciando da parte la stretta attualità, Kevin-Prince Boateng ha rilasciato anche un'interessante intervista al settimanale "Liberi Tutti": «Ho conquistato il mio regno da poco. Mi sono buttato alle spalle le difficoltà del passato, oggi ho la serenità e mi sento potente come un re - ha detto - La carriera da calciatore? Prima il calcio era semplicemente un gioco, un hobby che mi distraeva dal fatto che il frigo era vuoto. Poi a 15 anni, quando ho siglato il primo contratto da professionista, ho capito che la faccenda era più seria. Superato i cori razzisti? Ho cominciato a subirli da giovane, nei campi di Berlino. Inizialmente mi tenevo tutto dentro. Poi, al Milan, ed è successo ancora e ho capito che non avevo più spazio nel cuore. A quel punto ho reagito, duramente».