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L'OSPITE - ARNO ROSSINI Guagliò Carletto vs Sir Maurizio, vince la "fame"

05.09.18 - 07:00
Il primo avrebbe dovuto far decollare il Napoli. Il secondo avrebbe dovuto faticare al Chelsea. Qualcosa non è andato come previsto
Keystone
Guagliò Carletto vs Sir Maurizio, vince la "fame"
Il primo avrebbe dovuto far decollare il Napoli. Il secondo avrebbe dovuto faticare al Chelsea. Qualcosa non è andato come previsto
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LONDRA (GBR) - Il primo, il seppur bravissimo Maurizio Sarri, a detta di tutti avrebbe dovuto metterci un po' per far girare il suo Chelsea come un orologio svizzero. Il secondo, l'espertissimo Carlo Ancelotti, avrebbe dovuto impiegare nulla per rendere più cinico e concreto un Napoli a volte “solo” bellissimo.

Risultato? Il primo ha visto i suoi vincere quattro partite in fila e guadagnare la vetta della Premier League. Il secondo ha invece levato certezze a una squadra che, firmate tre prestazioni altalenanti, è reduce dalla batosta di Genova contro la Sampdoria.

E poi si dice che l'allenatore non conta...

«Al Chelsea arrivavano da due anni con Antonio Conte - ha raccontato Arno Rossini - mister molto rigido, che cura ossessivamente gli allenamenti come anche la preparazione fisica e addirittura l'alimentazione dei giocatori. Forse lo spogliatoio era un po' stanco di quei metodi, di quell'atmosfera. Per questo ha accolto al meglio Sarri - uno che è sicuramente meno duro - abbracciando con entusiasmo le sue idee e metodologie».

E se lavori con entusiasmo...
«Ottieni risultati migliori. E più velocemente. Da qui spiegati in parte gli ottimi numeri messi insieme dai Blues, che oltretutto sono destinati a crescere ulteriormente».

Di qualità in rosa ce n'è parecchia.
«Verissimo. Se tutto andrà come deve, l'anno prossimo la squadra parteciperà alla Champions League come una delle favorite per il successo finale».

Poco tempo, massima resa per Sarri. L'espertissimo Carletto invece?
«È bravissimo nella gestione del gruppo, forse al momento sta però peccando nella cura dell'aspetto tattico delle gare. Il suo Napoli è slegato, disunito...».

C'è tanto turnover...
«Che alla terza di campionato mi sembra un po' esagerato».

Però, a dire il vero, il 59enne di Reggiolo è arrivato all'ombra del Vesuvio per rendere la squadra un po' più "coppa-friendly".
«Ma il sorteggio del girone non è stato favorevole. Mertens e soci rischiano di vivere una stagione non da protagonisti. Sia in Champions e soprattutto in italia, dove vedo altre squadre, oltre ovviamente alla Juve, davanti».

L'allenatore allora conta davvero. Sarri in positivo. Ancelotti al momento in negativo.
«La differenza la fa la fame. Il tecnico del Chelsea è partito dalle serie minori, guadagnandosi le luci della ribalta anno dopo anno. Ora è all'occasione della vita. Quella nella quale può dimostrare che le sue idee sono quelle giuste. Il mister del Napoli invece si è forse un po' seduto. Tanti successi potrebbero avergli levato un po' di grinta. D'altronde anche al Bayern si erano lamentati della bassa intensità del suo lavoro. Dei suoi allenamenti. I giocatori partecipavano a sedute supplementari a sua insaputa. Ancelotti e l'impegno quotidiano... per me sarebbe stato il selezionatore perfetto per la nazionale italiana».

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