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L'OSPITE - ARNO ROSSINI«Ora Valon non si discute. Ma tra due anni? Nel calcio la riconoscenza non esiste»

08.08.18 - 10:31
Arno Rossini ha benedetto la scelta di Petkovic e bacchettato la Federazione: «Non c'è chiarezza. In Lega dovrebbero sostenere e proteggere il selezionatore e invece stanno facendo confusione»
Keystone
«Ora Valon non si discute. Ma tra due anni? Nel calcio la riconoscenza non esiste»
Arno Rossini ha benedetto la scelta di Petkovic e bacchettato la Federazione: «Non c'è chiarezza. In Lega dovrebbero sostenere e proteggere il selezionatore e invece stanno facendo confusione»
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BERNA - Behrami fuori dalla Nazionale. La scelta di Vlado Petkovic ha fatto discutere, ha diviso. C'è chi si è schierato dalla parte di Valon e chi invece ha appoggiato le scelte del selezionatore.

«Uno come il ticinese, con il suo carattere e la sua esperienza, non può star fuori», hanno strillato quelli del partito pro giocatore. «Ha 33 anni, giusto che giochino i più giovani», hanno risposto quelli che stanno con Vlado.

Dove sta la verità, se una verità assoluta c'è? Ha senso fare a meno di una colonna come il centrocampista dell'Udinese?
«Petkovic ha fatto la scelta giusta - è intervenuto Arno Rossini - Ha semplicemente pensato non a oggi, ma al prossimo biennio. Il valore di Valon non si discute. Sto parlando di ora, però. Tra due anni come starà? Stiamo parlando di un ragazzo che nelle ultime quattro stagioni non ha mai giocato più di 27 partite e che spesso è stato frenato da problemi fisici».

Anche Fernandes ha reso noto che la sua avventura internazionale si è conclusa.
«Alle spalle di questi elementi ce ne sono altri che scalpitano, dei giovani che devono giocare per crescere. Giusto dar loro la possibilità di scendere in campo, partendo dai match di UEFA Nations League. Il punto è che svecchiare la squadra era una necessità. Questo perché nel calcio non si può vivere di ricordi, del passato. Si deve pensare quotidianamente al futuro. Si deve programmare. Semplicemente questo ha fatto Vlado».

Un po' di riconoscenza non avrebbe però fatto male.
«Riconoscenza? Nel pallone? Non esiste. E se anche ci fosse... Il selezionatore è valutato per i risultati sul campo. Ha senso mettere a rischio il proprio posto di lavoro per la riconoscenza? No di certo. Ricordate: i giocatori danno da mangiare all'allenatore ma è l'allenatore che sceglie il menù».

La reazione di Behrami - uno che da leader dello spogliatoio ha mantenuto il gruppo unito dopo le infelici dichiarazioni di Alex Miescher sul doppio passaporto - è stata violenta. Il centrocampista ha parlato di scelta politica.
«Conosco Petkovic, non è uno che si piega al volere di qualche dirigente. Ha le sue idee e va avanti per la sua strada, ben sapendo che per quelle sarà giudicato. Le parole di Valon? L'amarezza del momento lo ha tradito. Fernandes ha reagito in modo diverso».

In tutto ciò la Federazione ha fatto - nuovamente - una brutta figura. Ha parzialmente smentito Petkovic, ha sottolineato che la sua non è una scelta definitiva. Un autogol insomma.
«Non c'è chiarezza. In Lega dovrebbero sostenere in tutto e per tutto il selezionatore, proteggerlo, rendere forte la sua posizione. Con le loro uscite invece stanno facendo il contrario, stanno facendo confusione, e non va per nulla bene».

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