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SUPER LEAGUE«Il Lugano ha il vento in poppa ma noi...», Jacobacci tra obblighi, speranza e sfiga (da evitare)

08.02.18 - 10:00
Il nuovo allenatore del Sion sta lavorando intensamente per preparare i suoi alla sfida di Cornaredo: «Se giocheremo da squadra le nostre individualità, importanti, emergeranno»
Keystone
«Il Lugano ha il vento in poppa ma noi...», Jacobacci tra obblighi, speranza e sfiga (da evitare)
Il nuovo allenatore del Sion sta lavorando intensamente per preparare i suoi alla sfida di Cornaredo: «Se giocheremo da squadra le nostre individualità, importanti, emergeranno»
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SION - Con la U21 stava lavorando molto bene: i risultati non mancavano, l'ambiente era sereno, le prospettive erano ottime. Maurizio Jacobacci era insomma un allenatore tranquillo. Era. Poi lo tsunami provocato da Christian Constantin ha travolto anche lui. Il licenziamento di Gabri, voluto dal numero uno dei Sion (che questa volta è stato tutt'altro che frettoloso), ha infatti spalancato davanti al 55enne tecnico le porte della Prima squadra biancorossa. Gli ha regalato una panchina prestigiosa, anche se più che bollente.

«Come mister della U21 non potevo rifiutare la proposta del presidente - ci ha raccontato proprio Jacobacci - Anche se va detto che il Sion non si rifiuta comunque: stiamo parlando di una società molto importante, che sono davvero onorato di poter guidare».

E che è attesa da settimane durissime...
«Se sono qui, come terzo allenatore dell'anno, vuol dire che la situazione è difficile, molto delicata. Non tutto quello che è stato fatto negli ultimi mesi è in ogni caso sbagliato. La squadra secondo me è in salute, farò delle piccole correzioni e cercheremo di ripartire».

Il guaio è che, per lasciare il segno, un allenatore ha bisogno di tempo. Ma il tempo non c'è.
«È vero, per far sì che una squadra assimili le idee di un tecnico servono settimane. Non è in ogni caso un problema perché al momento la mia preoccupazione è un'altra: il primo obiettivo è quello di riportare la fiducia all'interno dello spogliatoio. Dopo l'ultima sconfitta i ragazzi erano infatti ovviamente tristi, vuoti. E un'attitudine del genere non è positiva neppure dove, come qui a Sion, ci sono grandi qualità».

Si deve ricominciare lavorando sulla testa dei calciatori?
«Devo riuscire a motivarli, a trasmettere loro serenità. C'è un solo modo per rialzarsi o provare a farlo: aiutarsi l'uno con l'altro, fare in modo che tutti mettano a disposizione del gruppo le loro qualità. Così facendo, giocando da squadra, ecco che anche le nostre importanti individualità potranno emergere».

La svolta deve arrivare entro sabato.
«La sfida di Lugano sarà davvero dura: ci troveremo davanti un avversario molto in forma e che ha il vento in poppa dopo la vittoria di Basilea».

Siete obbligati a vincere o almeno a far punti: con una sconfitta andreste a -11 e i bianconeri diverrebbero praticamente irraggiungibili.
«Non è questo un discorso che ci deve interessare: non possiamo infatti pensare a fare conti o a guardare troppo in là. Concentriamoci piuttosto sulla partita che ci attende. In quanto agli avversari, poi, non ha senso puntare il Lugano: dobbiamo fare la corsa sul nono posto. Tutto qui. Sul discorso della vittoria invece... non è solo a Cornaredo che dovremo provare a ottenerla. In ogni partita dovremo cercare di raccogliere i tre punti. O almeno dovremo riuscire a muovere la classifica. Questo accadrà solo se tutti remeremo nella stessa direzione. E non parlo solo di chi scende in campo: dal segretario al magazziniere, chiunque fa parte del mondo Sion deve provare a dare il suo contributo, magari anche solo portando serenità, per far sì che questo momento difficile si possa superare».

Nelle ultime settimane qualche giocatore è finito ai margini del progetto tecnico. Jacobacci che farà?
«Inutile parlare di questo ora. Cercherò di ottenere il massimo dai ragazzi a mia disposizione. Preoccupiamoci di partire bene, poi con la società proveremo a capire come comportarci. Qualche posto nel contingente ancora c'è».

Ancillo Canepa, presidente dello Zurigo, ha ammesso che per salvarsi si deve anche non essere "sfigati".
«Fortuna? Serve anche quella. Se ne avessimo avuta il weekend scorso, per esempio, contro il GC sarebbe potuta finire 2-2 invece che 1-3. Se siamo ultimi, in ogni caso, non è a causa della cattiva sorte. La classifica dice che ci sono dei problemi. Starà a noi riuscire a risolverli».

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