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SERIE A«Meglio non dire perché sono andato via dalla Juve. Gli equilibri? Non sono riuscito a spostarli...»

06.11.17 - 14:43
Il difensore del Milan Leonardo Bonucci: «Se sono arrivate le critiche è perché non sono stato all’altezza del mio passato alla Juve e in Nazionale»
Keystone
«Meglio non dire perché sono andato via dalla Juve. Gli equilibri? Non sono riuscito a spostarli...»
Il difensore del Milan Leonardo Bonucci: «Se sono arrivate le critiche è perché non sono stato all’altezza del mio passato alla Juve e in Nazionale»
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MILANO (Italia) - «Credo che certe cose si debbano dire in privato, c'è un grande rapporto con il direttore Marotta, c'è sempre stata massima disponibilità, massima schiettezza in quello che è successo nei sette anni passati insieme, quindi si è conclusa una parte della mia carriera per cose che sarebbe poco carino e poco signore dire in diretta, ma io non ho nessun tipo di problema né nei confronti della Juventus né tantomeno del direttore».

In collegamento con Marotta, ospite della Domenica Sportiva, il difensore del Milan Leo Bonucci ha evitato ogni polemica sul suo passato juventino: «Non posso far altro che ringraziare la Juventus, perchè grazie alla Juventus sono diventato il giocatore ammirato e che due lunedì fa è stato a Londra per ritirare un premio tanto prestigioso che è per il singolo ma anche per merito della squadra. Il passato è chiuso e quello che c'è stato è una normale conseguenza di quello che è successo, ma non ho voglia di ritornarci sopra. Ho trovato grande disponibilità nella società e la società ha trovato disponibilità da parte mia sia nei sette anni che nell'ultimo mese che siamo stati insieme. Rifarei tutto dopo Cardiff. Se l'ho fatto è perchè è stato pensato e maturato».

Poi il difensore ha analizzato il successo sul Sassuolo: «Abbiamo iniziato a difendere meglio: quando si gioca da tanto tempo con gli stessi compagni di reparto è tutto più facile. Ora stiamo migliorando l'intesa, ma dovevamo migliorare come singoli per poi fare la differenza come squadra. Suso come Dybala? Jesus per noi è fondamentale in entrambe le fasi, anche quando c’è da recuperare palla: un talento unico, lo avevo già studiato da avversario, ma da compagno vedo anche i minimi dettagli che fanno la differenza. Con Dybala invece ho fatto tante partite, sono entrambi molto forti e col sinistro fanno ciò che vogliono. Paulo è un passo avanti perché ha giocato più partite a livello europeo, ma Suso ha tempo di recuperare, ne farà molte anche lui e crescerà ancora tanto...». 

Poi una sorta di mea-culpa: «Se sono arrivate le critiche è perché non sono stato all’altezza del mio passato alla Juve e in Nazionale: mea culpa. Adesso non sono due partite fatte bene a fare la differenza: devo continuare così e dimostrare tutti i giorni di essere tornato per ripagare la fiducia della società e del mister che mi hanno voluto. L’espulsione e le due giornate mi hanno permesso di lavorare, di mettere benzina e di togliermi un po’ di pressioni che avevo addosso, sia per prestazioni non all’altezza sia per il passaggio estivo. La squadra ha fatto due buone partite nonostante la sconfitta con la Juventus e io ho avuto la possibilità di migliorarmi. Mi ero creato troppe aspettative, ho fatto un passo indietro, forse all’inizio la mia presenza era stata presa come un peso: ora devo essere aiutato dalla squadra, in un gioco collettivo come il calcio è fondamentale fare gruppo e le prestazioni sono sotto l’occhio di tutti. Equilibri? Dovevo spostarli e per ora non ci sono riuscito...».

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