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«Tramezzani? Squadra vuota, l’esonero è una sconfitta per tutti» Marco Degennaro, dg del Sion: «Alcune cadute erano state perdonate. A distanza di quattro mesi c’è poco di quello che il mister avrebbe voluto trasmettere, non è passato il suo messaggio»
SION - Giunta al capolinea dopo il pareggio del Tourbillon contro il Lugano, l’avventura di Paolo Tramezzani al Sion è durata solo 16 partite. Modesto in campionato (13 punti in 12 match), eliminato nei preliminari di Europa League dai lituani del Sudova ed estromesso clamorosamente dallo Stade Lausanne-Ouchy in Coppa Svizzera, il club vallesano ha balbettato e deluso sotto la guida del mister emiliano, sollevato ieri dal suo incarico. «Quando c’è un esonero, una separazione di questo genere, è una sconfitta per tutti - spiega Marco Degennaro, direttore generale del Sion - Si tratta di una sconfitta non solo per l’allenatore, ma anche per la società che credeva in lui».
Ora quale sarà la prossima mossa del club? «La soluzione non c’è ancora. Gli allenamenti riprendono domani, in queste ore il presidente prenderà la sua decisione, deciderà il nuovo tecnico o chi gestirà ad interim la squadra».
Tramezzani ha cercato di portare il suo “messaggio” e la sua filosofia a Sion, ma a differenza di quanto avvenuto a Lugano, in Vallese qualcosa non ha funzionato… Cosa? «Difficile dirlo. Tramezzani lavorava molto, dedicava anima e corpo alla squadra: quando qualcuno ci tiene e lavora con serietà senza ottenere risultati dispiace. Sono passati quattro mesi e ci rendiamo conto che c’è poco di quello che voleva trasmettere. Poco delle sue caratteristiche. Non è riuscito far passare il suo messaggio».
Il “fattore-lingua”, per un tecnico che lavora molto anche sul mentale e sulle motivazioni, può essere stato un ostacolo? Può esserci stato un problema di comunicazione con il gruppo? «Personalmente non credo, ma non posso escludere questo aspetto a priori, non sarebbe giusto. Può essere stato un mix e possiamo metterci anche questo. Prendiamo tutto in considerazione e in percentuale può aver influito».
Dopo il quarto posto della passata stagione, il Sion partiva con grandi ambizioni e proprio Tramezzani - corteggiato, fortemente voluto e accolto con entusiasmo -, doveva essere il valore aggiunto. «Siamo partiti proprio con questa idea - conferma Degennaro - Quando poi si parte con grandi aspettative la caduta fa ancora più male. Si cade da più in alto… Le aspettative erano elevate e ripartendo dai risultati colti nella scorsa primavera eravamo realmente convinti che questa si potesse rivelare la giusta soluzione per dare anche una sorta di continuità al Sion. Purtroppo non è stato così».
Una sola vittoria nelle ultime 10 partite di Super League, un gioco tutt’altro che spumeggiante (12 gol in 12 match): le difficoltà dei biancorossi (settimi) erano evidenti e i numeri non mentono. «Mettiamoci anche la Coppa Svizzera e l’Europa League… sono state delle sconfitte che hanno fatto male. Nonostante queste cadute Tramezzani era rimasto l’allenatore del Sion perché credevamo molto nella nostra scelta iniziale. Siamo passati sopra a queste sconfitte pesanti».
La società aveva insomma sopportato questi scivoloni catalogandoli come “incidenti di percorso”. «Forse sì, erano stati perdonati. Il tanto lavoro ci ha fatto sperare di poterne uscire in qualche modo, invece non è stato così».
Dopo il tonfo in Coppa Svizzera - datato 16 settembre - il mister aveva ricevuto un ultimatum dal presidente Constantin. 4 punti nelle 4 partite successive, poi il 2-2 col Lugano (in 10 dal 38’) è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. «La prestazione fornita contro il Lugano è stata davvero brutta. Abbiamo visto una squadra vuota, che non ha reagito, priva di contenuto dal punto di vista tattico e fisico. C’è stata una prestazione pessima e, come noto, in serata abbiamo comunicato a Tramezzani la decisione…», conclude Marco Degennaro.
