Il flirt tra Paolo e il Sion, cominciato in tempi... sospetti, si è concluso con un matrimonio. Quanto amaro in bocca per i modi dell'ex mister del Lugano
SION - Alla fine è successo davvero. Alla fine Paolo Tramezzani ha davvero lasciato il Lugano per accasarsi al Sion. Ha fatto bene? La scelta in sé, personalissima, non può essere giudicata. Non ora almeno. Il mister italiano ha infatti dato e ottenuto tantissimo dai bianconeri, cominciando come meglio non avrebbe potuto la propria carriera da primo allenatore e, contemporaneamente, garantendo l'Europa League al club.
Giusto dunque, da professionista ambizioso qual è, che tenti l'avventura in una società dai mezzi maggiori, che può guardare più lontano e che può portarlo a lottare per traguardi più prestigiosi di quella ticinese.
Sarebbe però stato pure giusto giocare le proprie carte alla luce del sole, e non nascondere qualche asso - o qualche jolly - nella manica attendendo la mano finale. Sarebbe stato corretto, nei confronti di un presidente che lo ha supportato e sopportato e di una piazza che lo ha acclamato, raccontare la verità, fin dal primo momento. Non ci sarebbe stato nulla di male. Nessuno si sarebbe scandalizzato. Nessuno si sarebbe distratto.
Nei suoi sei mesi bianconeri Tramezzani ha fatto tutto e il contrario di tutto. Ha sfoggiato grandi sorrisi e “tirato” stilettate (all'epoca) incomprensibili. Si è negato alla stampa che voleva sapere del Lugano ma non ha mai perso l'occasione per chiacchierare e scherzare davanti a microfoni - nazionali e internazionali - nelle vesti di commentatore. Si è inventato la sceneggiata della fabbrica, come anche quella dell'inno e delle interviste sul campo, a Europa sicura. Ha grugnito, ringhiato e chiesto rispetto, salvo poi dimenticare di restituire un po' di quello ottenuto.
Ha vinto, e per questo va solo osannato, ma ha anche usato la sua panchina per farsi una pubblicità spietata. Le ore passate nello “stanzino” le ha occupate pensando a come far giocare magnificamente il suo Lugano e a come proporre il suo nome. Stando ai risultati... ha lavorato davvero bene. Quindi, grandi complimenti al Tramezzani allenatore, grandi inchini davanti al Tramezzani comunicatore, poca comprensione davanti al Tramezzani uomo.
L'augurio, sincero, è che a Sion possa trovare la sua dimensione e raggiungere i risultati sperati. Che – come ha augurato a “certa stampa ticinese” - possa lavorare meglio di come ha fatto quest'anno. Ci riuscisse, di sicuro potrebbe portare i biancorossi molto in alto. In fondo, come raccontato da Arno Rossini, è inutile fare le verginelle: se lo merita. Solo non se la prenda se, nell'applaudirlo con poca convinzione, non ci faremo venire le piaghe alle mani.