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L'OSPITE«Prima i soldi, poi si pensa a vincere. Tramezzani? Avrebbe potuto evitarci la sceneggiata...»

14.06.17 - 12:18
Hanno tanto, eppure arriva un momento nel quale i protagonisti del pallone puntano i piedi. Arno Rossini: «I quattrini non sono tutto. A un certo punto arriva l'ambizione»
Ti-Press
«Prima i soldi, poi si pensa a vincere. Tramezzani? Avrebbe potuto evitarci la sceneggiata...»
Hanno tanto, eppure arriva un momento nel quale i protagonisti del pallone puntano i piedi. Arno Rossini: «I quattrini non sono tutto. A un certo punto arriva l'ambizione»
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LUGANO – Fanno il mestiere più bello del mondo, hanno soldi, fama, benessere... però non sempre sono contenti. C'è chi vuole qualcosa di diverso. C'è chi vuole di più. C'è chi, per raggiungere il proprio obiettivo – ovvero cambiare aria – si mostra nervoso, scontroso, "incazzoso". Alcuni tra i protagonisti del mondo del pallone non riescono a bearsi della loro fortuna ma sono sempre in cerca di qualcosa d'altro. Marco Verratti e Gigio Donnarumma sono solo gli ultimi esempi di calciatori insoddisfatti: i due italiani hanno pensato – stanno pensando – di declinare offerte faraoniche fatte da club grandissimi e di flirtare con altre società. I tentennamenti si vivono a tutte le latitudini e non riguardano solo chi scende in campo: Paolo Tramezzani, dalle nostre parti, ha snobbato un biennale già firmato con il Lugano per fare l'occhiolino al Sion. E dire che in riva al Ceresio il 46enne mister non pareva trovarsi malissimo.

«Il fatto è che, semplicemente, i soldi sono tanto ma non tutto - ha sottolineato Arno Rossini - Nel calcio arrivano per primi, ma una volta ottenuti si guarda oltre».

Prima ci si arricchisce...
«Perfetto. Prima ci si accomoda, si pensa alla famiglia, ai figli... Una volta tranquilli però, quando si ha la certezza di aver sistemato qualche generazione, ecco che preponderante diventa l'ambizione. Si comincia a pensare quasi solo a vincere».

Giusto così, no?
«Assolutamente. Solo chi non si accontenta può pensare di crescere, di sfondare. E nello sport solo chi non si accontenta può arrivare a primeggiare».

Abbiamo parlato di Verratti.
«L'italiano è davvero un gran giocatore. Al PSG è cresciuto, è diventato un uomo. Ha scelto Parigi, qualche anno fa, perché il club francese era quello che lo avrebbe pagato di più. Poi però, soprattutto da quando è partito Ibrahimovic, ha capito che vincere sarebbe stato difficile in Francia. E impossibile in Europa. Ecco, da qui, la richiesta di essere ceduto».

Donnarumma?
«Qui il discorso è un po' diverso. Sono convinto che il portiere voglia rimanere. Ha però un agente molto "forte", che fa benissimo il suo lavoro. Parlo di Raiola ovviamente, professionista capace di arricchirsi con le provvigioni dei cambi di maglia dei suoi giocatori».

Pare che il Milan offra 4-5 milioni a stagione per un contratto di cinque anni.
«Tantissimi per un diciottenne. Si torna al discorso di prima: abbastanza per sistemarsi e sistemare la famiglia, ma non sufficienti per garantire - a un calciatore - la felicità. Chi gioca a pallone vuole anche vincere. Per questo il portiere e il suo assistito stanno tentennando: al Milan non è sicuro che possano primeggiare».

Da qui la richiesta di inserire una clausola d'uscita al termine della prossima stagione, nel caso in cui la squadra non riesca a qualificarsi per la Champions League?
«Esatto. Proprio per questo. Nel momento in cui sei arrivato finanziariamente poi vuoi di più. Sei ambizioso. È anche comprensibile in un lavoro che "dura" quindici anni».

Tramezzani?
«Stessa storia. A Lugano è riuscito a dare il la alla propria carriera. È sensato che ora abbia deciso di accasarsi in un club più ambizioso e con più possibilità. Solo...».

Solo?
«Avrebbe potuto evitarci la scenata delle ultime settimane, della conferenza stampa. Vuoi andare via? Nessun problema, non penso che Renzetti lo avrebbe fermato con la forza. Importante è essere chiari e onesti e lui in questo ha clamorosamente fallito».

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