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SUPER LEAGUESalvi para il “suo” Basilea: «Voglio vincere, poi parleremo di futuro»

07.05.17 - 08:00
Renani meno pericolosi perché già campioni? Per il portiere bianconero, che ai rossoblù potrebbe tornare a fine anno, non ci si può fidare: «Sono temibili, anche se non dovessero giocare i titolari»
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Salvi para il “suo” Basilea: «Voglio vincere, poi parleremo di futuro»
Renani meno pericolosi perché già campioni? Per il portiere bianconero, che ai rossoblù potrebbe tornare a fine anno, non ci si può fidare: «Sono temibili, anche se non dovessero giocare i titolari»
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LUGANO – Formatosi calcisticamente a Basilea, dove ha assaggiato tutte le categorie fin dalla Under 16, Mirko Salvi sta velocemente raggiungendo l'età della maturità agonistica. La sua crescita, favorita da qualità indiscutibili, è stata esponenziale negli ultimi mesi. Da quando ovvero è arrivato al Lugano, da quando ha potuto giocare con continuità. Questo pomeriggio, a Cornaredo, il 23enne portiere timbrerà la 40esima presenza in bianconero e lo farà sfidando il suo passato e, magari, il suo futuro. Sarà per lui forse più difficile del solito infilare i guantoni...

«Non direi – ci ha raccontato proprio Salvi – non è infatti la prima volta che sfido il Basilea. Sarà una partita particolare, non speciale. Una partita che voglio vincere».

Sapere che giocherai contro chi potrebbe decidere il tuo futuro...
«I dirigenti del club renano mi seguono sempre, sanno quel che posso dare e il livello al quale sono arrivato. Non sarà questo match a cambiare il loro giudizio».

Però sei sicuro che in questo weekend ti guarderanno con attenzione.
«Questo è certo, ma il mio impegno, quello che metterò in campo, non cambierà rispetto ad altri confronti».

Possiamo dire che, con voi in serie positiva e il Basilea forse un po' svuotato dalla conquista del titolo, il risultato dell'incontro sarà assolutamente aperto? In questo momento i rossoblù non sono irresistibili.
«Non sono d'accordo. I renani sono sempre avversari temibilissimi. Certo, forse non giocheranno i titolarissimi, ma questo è anche peggio: chi scenderà in campo, se toccherà a qualcuno che deve mettersi in mostra, darà tutto e anche di più per lasciare il segno. E poi loro hanno ancora una finale di Coppa Svizzera da giocare».

Manca ancora parecchio.
«Vero, ma non possono certo mollare ora per poi aumentare nuovamente il ritmo in prossimità della sfida. Non funziona così. Per essere competitivo devi andare sempre al massimo. Se molli poi è dura ripartire...».

Il prossimo anno dove giocherai?
«Per il momento sono concentrato sul finale di questa stagione, sui match che ancora mancano prima di concludere. Poi si vedrà».

Il tuo cartellino è di proprietà del Basilea. Sarà il club renano ad avere l'ultima parola?
«Non proprio, non del tutto. A bocce ferme mi incontrerò con i dirigenti rossoblù e vedremo. Le priorità in questo momento, per me, sono giocare e crescere. E a Lugano sto bene e posso scendere in campo con continuità. Quando, quindi, ci siederemo attorno a un tavolo, con i renani decideremo insieme cosa fare. Dovremo essere d'accordo».

Torniamo al presente. In questi mesi, positivi, avete incassato meno reti.
«Con il nuovo sistema, con la difesa a tre, siamo certamente più equilibrati. Siamo più coperti dietro – a seconda di come giocano gli esterni - ma anche più pericolosi davanti».

Ora subisci anche meno tiri. È più difficile in questo modo? La percentuale di errori deve essere bassissima perché tu sia efficace.
«È vero. Devo stare più attento. Non essendo chiamato in causa con grande frequenza il mio compito è infatti più complicato. Magari ci sono solo due conclusioni nello specchio della porta, in quelle due non posso sbagliare».

Cosa fa un portiere poco “sollecitato” nei minuti di tranquillità, canticchia?
«No di certo – ha chiuso ridendo Mirko – non posso permettermi di deconcentrarmi. Vale un po' il discorso fatto prima per il Basilea: se stacchi poi riprendere è dura. Ci sono, sono sempre presente dal primo all'ultimo minuto, magari non paro, ma seguo il gioco, “chiamo” il posizionamento dei compagni, partecipo all'azione con i piedi...».

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