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FCL«Chiusa una porta, a Lugano mi si è aperto un portone. In Crnigoj rivedo Nainggolan»

11.03.17 - 11:00
Bruno Martignoni è tornato a parlare dell’esordio dal primo minuto avvenuto sabato scorso e della sua esperienza a Cagliari: «Radja è un toro, Domen gli assomiglia»
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«Chiusa una porta, a Lugano mi si è aperto un portone. In Crnigoj rivedo Nainggolan»
Bruno Martignoni è tornato a parlare dell’esordio dal primo minuto avvenuto sabato scorso e della sua esperienza a Cagliari: «Radja è un toro, Domen gli assomiglia»
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LUGANO - Rescisso il contratto con l’Aarau, Bruno Martignoni non ha perso tempo e, durante il mercato invernale, si è legato al Lugano: «È stato come tornare a casa, ad Aarau non mi trovavo più bene: ho chiuso una porta e mi si è aperto un portone. Qui ho tutto, la famiglia, la ragazza… ora devo ripagare la fiducia della società», ha spiegato il terzino ticinese.

Il 24enne, dopo il difficile esordio di Basilea, ha fornito un’ottima prestazione sabato scorso quando i bianconeri hanno sfidato e battuto il Losanna. «Avevo tanta voglia di rifarmi; al St. Jakob ho sbagliato tanto, troppo, a San Gallo ero tornato a provare le migliori sensazioni e quindi ero carico: era la prima partita casalinga e volevo dare seguito al duro lavoro della settimana. Ho avuto un’altra occasione e penso di averla sfruttata: ho pensato più a difendere che ad attaccare».

In effetti dopo un primo tempo non perfetto, nella seconda frazione avete dominato il Losanna…
«Eravamo troppo bassi, li aspettavamo in maniera esagerata. Forse non ci siamo resi conto di essere in vantaggio; poi nell’intervallo abbiamo parlato, abbiamo capito come affrontarli e abbiamo alzato il nostro baricentro di quei 10-15 metri che fanno tutta la differenza del mondo: i nostri attaccanti si trovavano così molto più vicini all’area di rigore avversaria».

E che attaccanti: Sadiku e Alioski sono giocatori che possono risolvere una partita da un momento all’altro…
«Per Armando parlano i numeri: ha firmato quattro gol in cinque partite. Cosa volere di più? Gianni si è sbloccato, si è tolto un peso ma vi posso assicurare che lavora tantissimo. Da avversario forse non lo noti per tutti i 90’, ma come compagno di squadra è importantissimo: in fascia ti dà una grande mano e corre per due. Col Losanna, però, siamo stati perfetti tutti, compresi i “non titolari”, come Russo: nel primo tempo ci ha tenuti in partita, nella ripresa è stato sublime su Pak».

Alcune stelle possono risolvere i match, possono inventarsi i gol da un momento all’altro, ma col Losanna avete mostrato un bel gioco collettivo…
«Tutti sappiamo cosa dobbiamo fare, cosa vogliamo ottenere. La squadra li aiuta, li mette nelle condizioni di fare bene, poi loro fanno il resto. La rosa del Lugano, comunque, era già buona durante l’andata, quando ero ad Aarau, anche con Manzo hanno disputato ottime partite, poi sono stati sfortunati e hanno pagato i tanti infortuni. Ora con Tramezzani vogliamo toglierci tante soddisfazioni, non guardiamo all’Europa League come qualcuno vorrebbe far credere, ma vogliamo restare con i piedi per terra. Certo, puntiamo in alto, ma sappiamo bene da dove arriviamo, quale era la nostra situazione prima di queste cinque partite: ora abbiamo ottenuto 10 punti in 5 partite costruendoci un buon cuscinetto di sicurezza nei confronti del Vaduz, ma la concentrazione non deve mai calare… così come li abbiamo guadagnati, così li possiamo facilmente perdere. Ora però siamo riusciti a fare punti nelle partite importanti, quelle con le dirette concorrenti: cosa che durante l’andata non avveniva sempre».

Nella tua carriera, oltre alle maglie del Lugano, dell’Aarau, del Servette e del Locarno, ha indossato anche la casacca del Cagliari. Giocavi nella Primavera, ma una volta in Coppa Italia sei sceso in campo da titolare con la Prima Squadra: in quella formazione c’era un certo Radja Nainggolan, forse il centrocampista più forte in Europa in questo momento…
«Quell’anno, il 2010/11, è stato fantastico e Radja è esploso proprio durante quella stagione. Contro la Roma si era infortunato Daniele Conti, il capitano, e lui ha giocato da titolare quel mese. Da lì in poi è diventato uno dei punti fermi: fisicamente è un toro, un gran lavoratore, non ha paura di soffrire ed è capace di uscire alla distanza grazie alla sua tenuta fisica aumentando il suo livello quando magari i suoi avversari calano. È riuscito a maturare anche di testa, vero magari a Roma non sempre è facilissimo visto l’ambiente, ma con i giallorossi ha fatto il grande salto dal punto di vista tecnico e tattico: avete visto come calcia? Spalletti poi gli ha cucito addosso un ruolo perfetto per le sue caratteristiche: sono davvero contento che sia riuscito a costruirsi una carriera del genere».

C’è in Super League un giocatore che ti ricorda Nainggolan?
«Non ho bisogno di muovermi da Lugano: Domen Crnigoj ha quelle doti che vedevo in Radja. Magari non lo si vede tanto ma secondo me è imprescindibile: qualsiasi squadra lo avesse a disposizione, avrebbe tra le mani un vero e proprio campione da poter far crescere. Ha 21 anni… non dimentichiamocelo! Con lui possiamo contare su un centrocampo di alta qualità, anche grazie a Mariani - ha un gran piedi e molta intelligenza -, a Sabba - potrebbe fare ciò che vuole in mezzo al campo e anche puntare a giocare in squadre di alto livello - e a Piccinocchi: magari ora non è al 100%, ma è molto molto talentuoso».

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