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ZURIGO«VAR e goal line: ben vengano le tecnologie, ma senza abusarne!»

30.11.16 - 09:30
Massimo Busacca, ex arbitro di grande spessore e ora capo del dipartimento arbitrale della FIFA, ci ha presentato tecniche e obiettivi delle nuove tecnologie legate al mondo del calcio
«VAR e goal line: ben vengano le tecnologie, ma senza abusarne!»
Massimo Busacca, ex arbitro di grande spessore e ora capo del dipartimento arbitrale della FIFA, ci ha presentato tecniche e obiettivi delle nuove tecnologie legate al mondo del calcio
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ZURIGO - Fino a qualche anno fa, la tecnologia nel mondo del calcio veniva vista come un supporto inutilizzabile, una perdita di tempo piuttosto che un aiuto, un qualcosa che avrebbe potuto intralciare il regolare svolgimento delle partite piuttosto che un mezzo per renderle più veritiere e prive di errori. Negli ultimi anni, invece, è cambiato molto: il primo passo è stato fatto adottando la goal line technology, mentre negli ultimi mesi si è iniziato a parlare e testare la VAR (Video Assistant Referees).

Come mai la FIFA ha fatto questo passo indietro sulle sue idee? «Con l’avvento del nuovo presidente sono cambiate alcune cose - ha spiegato Massimo Busacca, capo del dipartimento arbitrale della stessa FIFA - È giusto che Infantino abbia portato avanti le sue idee innovative, come quella relativa alla nuova formula per i Mondiali. C’è quindi stata un’apertura nei riguardi delle tecnologie, che vengono e verranno testate… in fondo nel mondo odierno la tecnologia ha preso il sopravvento nella vita di tutti i giorni e il calcio non può certo tirarsi indietro o fare finta di nulla».

La tecnologia quindi è il mezzo che risolverà ogni dubbio durante le partite?
«No, questi mezzi possono aiutare ma non sono infallibili. Per esempio, la goal line technology è oggettiva, nonostante i margini di errore, e quindi nessuno può mettere in dubbio la sua veridicità. Se parliamo di VAR, allora tutto cambia: dietro allo schermo c’è sempre un uomo che deve interpretare ciò che vede».

Da anni si parlava della moviola in campo: la VAR è esattamente questo?
«Ecco, chiariamo bene le cose. La VAR non è la moviola in campo, perché non c’è nessuna macchina che giudica e manda la decisione corretta e inconfutabile all’arbitro… la decisione viene presa sempre da un uomo, ovviamente un arbitro, che secondo la mia idea dovrà essere un giudice di gara che vive settimanalmente i campi di calcio. Magari per raggiunti limiti di età non potrà più fischiare ai massimi livelli, ma comunque dovrà essere qualcuno che possa capire e “annusare” ciò che avviene sul terreno di gioco».

Lo scopo principale della VAR allora qual è?
«Vogliamo e dobbiamo evitare gli scandali, gli errori enormi ed evidenti per i quali un arbitro, una squadra o una nazione non dorme la notte. È ingiusto, per esempio, che l’Irlanda non possa andare al Mondiale per un fallo di mano visto poi da tutti. Però dobbiamo stare attenti: la tecnologia va benissimo se viene usata in maniera intelligente, senza abusarne».

L’arbitro resta quindi il primo giudice di gara…
«Il giudizio umano resta ed esisterà sempre. È anche questo il bello di questo sport; così come un calciatore strapagato sbaglia davanti alla porta, così un arbitro può sbagliare una decisione. L’attaccante che sciupa una rete non avrà a disposizione un replay… Non possiamo snaturare la figura arbitrale e il gioco del calcio; se invece si dovesse abusare del mezzo a disposizione, ecco che un po’ tutto il mondo del calcio perderebbe il suo pepe».

L’arbitro potrebbe sentirsi chiamato a non prendersi delle responsabilità…
«Chiaramente se arrivassimo a pendere da ogni decisione presa con la VAR, l’arbitro in campo potrebbe sentirsi meno importante; sarebbe un grande errore. Inoltre la nuova tecnologia, in caso di dubbio, dovrà confermare ciò che era stato deciso dalla terna arbitrale e dagli arbitri di porta. Ricordiamoci che spesso i casi dubbi non vengono risolti neanche riguardando le immagini col replay e lo stesso replay cambia di molto le percezioni reali dei contatti e/o dei falli».

Per utilizzare la VAR quali telecamere verranno usate?
«Le classiche telecamere che i provider usano per trasmettere le partite in diretta. Ogni squadra a inizio stagione deve fornire alla Lega le indicazioni in merito alle postazioni dove verranno poste le telecamere su tutto l’arco dell’anno… ovviamente in questo momento di test e di analisi, dovremo capire se sarà il caso di apportare qualche accorgimento in merito al posizionamento delle telecamere stesse per facilitare il giudizio, per esempio, sul fuorigioco».

Questi test continueranno nel prossimo Mondiale per club, ma il vostro vero obiettivo qual è?
«Se i test daranno esito positivo, si proverà ad usarla nel Mondiale russo del 2018».

Nel frattempo chi potrà adottare sia la goal line che la VAR?
«Qualsiasi Federazione interessata potrà aderire al progetto. Basterà acquistare la tecnologia desiderata e iniziare ad usarla. È chiaro che non tutte le federazioni sono e saranno interessate: bisogna tenere conto sia del valore di una singola vittoria in determinati campionati dove vince sempre la stessa squadra, sia della disponibilità economica, sia del numero di arbitri da poter mettere a disposizione anche per stare davanti allo schermo. Quando si parla di VAR, ad esempio, dobbiamo tener conto che saranno due i giudici di gara che saranno davanti allo schermo: uno guarderà i replay, l’altro continuerà ad esaminare l’andamento del gioco. Per tutti questi fattori possiamo dire che Serie A, Premier League, Bundesliga e Liga, per esempio, sono state le prime ad aderire all’idea della goal line technology e suppongo che faranno la stessa cosa con la VAR».

Chiaramente tutto ha un prezzo e alcune Federazioni resteranno tagliate fuori…
«Questo è vero, ma dobbiamo capire che l’investimento più importante è quello che deve essere fatto sugli arbitri, per permettere loro di migliorarsi sempre più. Per evitare gli errori gravi bisogna investire sulla loro crescita».

Per cercare di sbagliare il meno possibile negli anni passati sono stati inseriti gli arbitri di porta. In tanti hanno sottolineato la loro inutilità… lei cosa ne pensa?
«Non sono assolutamente d’accordo. È vero, all’inizio c’erano diversi dubbi in merito al loro uso, ma diversi errori sono stati evitati grazie al loro lavoro. Chiaramente torniamo al discorso della disponibilità del numero di arbitri di qualità: più ce ne sono e meno dubbi ci saranno in merito alla loro decisione».

Per concludere, Massimo Busacca, durante la sua carriera, è mai incappato in un errore che sarebbe potuto essere evitato con una delle nuove tecnologie?
«Qualche volta sicuramente si. Mi ricordo quando a Zurigo fischiai un rigore che era avvenuto chiaramente fuori area: ecco la VAR mi avrebbe aiutato, ma fortunatamente non mi è mai successo in partite importanti. Una volta, però, nella semifinale dell’Europeo del 2008 tra Germania e Turchia non fischiai una punizione dal limite dell’area… per fortuna non era un rigore!».

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