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SUPER LEAGUELugano, zero emozioni. Così il cuore dei tifosi smette di battere

23.09.15 - 12:49
Con l’arrivo di Zeman, si pensava che i bianconeri potessero entusiasmare. Indipendentemente dai risultati. E questo, fin qui, non è accaduto
Lugano, zero emozioni. Così il cuore dei tifosi smette di battere
Con l’arrivo di Zeman, si pensava che i bianconeri potessero entusiasmare. Indipendentemente dai risultati. E questo, fin qui, non è accaduto
CALCIO: Risultati e classifiche

LUGANO - Un quarto di stagione se n’è andato. Un “giro di giostra” contro tutte le rivali è stato fatto. Qualche conto, qualche deduzione sul cammino del Lugano in Super League si può dunque fare.

Che i bianconeri non partissero per vincere (e nemmeno per giocarsi l’Europa) lo si sapeva. Si sapeva anche che avrebbero faticato e sarebbero stati costretti a lottare per rimanere in piedi al termine di qualche gara. Visti i presupposti, i sette punti conquistati dalla squadra, tornata a misurarsi con la sconosciuta “Serie A” dopo anni, devono essere considerati un buon bottino.

Le avversarie sulle quali fare la corsa, per la salvezza, sono ancora tutte lì; di débâcle enormi, GC a parte, non se ne sono verificate; qualche soddisfazione (vedi la comunque complicatissima qualificazione agli ottavi di finale di Coppa Svizzera), è arrivata.

Tutto bene, dunque?
Per nulla. Perché, a parte un rendimento sufficiente (ma nulla più), ogni volta che ci si imbatte in una partita del Lugano si finisce con lo storcere il naso. Le sconfitte sono spesso figlie di atteggiamenti sbagliati. Le vittorie rocambolesche. I pari, vedi quello di ieri sera, tristissimi.

La verità è che, vedendo arrivare Zeman a Cornaredo, in molti si erano illusi di poter almeno vivere un calcio spettacolare. Al grido di “non è detto che si vinca ma almeno ci si diverte”, tanti tifosi avevano abbracciato con interesse la nuova stagione.

Per il momento, nonostante numeri non del tutto negativi, la squadra bianconera non è invece riuscita a entusiasmare. I mugugni, dopo il pari (al 90’) con il Bellinzona e con lo Zurigo, giusto per guardare alle ultime due prestazioni, sono stati molto più rumorosi degli applausi. Ed è proprio questo aspetto, quello emotivo di chi sostiene i bianconeri, che più dovrebbe preoccupare il presidente Renzetti e di riflesso lo staff tecnico.

Va bene un mercato ancora tutto da completare e vanno bene anche gli esperimenti; se il club per il quale tifi, però, non ti emoziona, alla fine ti stanchi. Ti disamori. E questo al di là dei risultati.

È questo il primo e più importante compito che dovrà svolgere Zeman nelle prossime settimane. Dovrà regalare un’anima, magari cominciando a sgolarsi qualche volta dalla panchina, a una squadra che fino a questo punto è parsa galleggiare, in balia delle onde. Dovrà forgiare il carattere e far emergere la grinta di chi scende in campo. Sistemati questi aspetti ogni discorso tecnico diverrebbe poi più sensato. Fatto battere il cuore si potrà cominciare a guardare alla classifica.

Riuscirà il tecnico, per una volta in carriera, a privilegiare l’aspetto emotivo e ad allenare, prima che i muscoli, il carattere dei suoi ragazzi? Da questo dipenderà la salvezza bianconera.

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