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GERMANIA"Bullen raus", coro anti-Lipsia in diretta tv

12.06.15 - 22:00
RB Lipsia, squadra odiata da moltissimi tifosi e boicottata da molte squadre della Bundesliga. Un piccolo reportage da Markranstädt...
"Bullen raus", coro anti-Lipsia in diretta tv
RB Lipsia, squadra odiata da moltissimi tifosi e boicottata da molte squadre della Bundesliga. Un piccolo reportage da Markranstädt...
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BERLINO - Quando si pensa al calcio moderno viene in mente la Fifa e il business. Ma il gioco del pallone è fatto di migliaia di appassionati e di squadre che hanno fatto la storia del calcio.

In Germania c'è una squadra che milita in 2. Bundesliga che, negli ultimi anni, sta creando grandi discussioni e polemiche: la RB Lipsia, squadra sponsorizzata dall'austriaca Red Bull che, nata nel 2009, ambisce a raggiungere la massima serie in pochi anni. Una squadra nata dal nulla a suon di milioni di euro, accusata di essere soltanto un prodotto per far soldi, di plastica, senza tradizione né storia.

Il sorteggio e gli insulti - Durante il sorteggio del primo turno di coppa di Germania tenutosi giovedì sera allo stadio di Reutlingen, andato in diretta sul primo canale tedesco Ard, quando la tennista Andrea Petkovic ha estratto la pallina che conteneva lo stemma della squadra di Lipsia che milita in 2. Bundesliga, alcuni tifosi del SSV Reutlingen hanno intonato il coro "Bullenschweine raus" ("Tori maiali via") costringendo il presentatore, Alexander Bommes ad invitare alla calma.

RB Lipsia boicottata dalle squadre tradizionali del calcio tedesco - Per capire quanto sia profonda l'ostilità da parte dei tifosi di tutta la Germania nei confronti del Rasenball Lipsia è di mercoledì la notizia che la squadra di Stoccarda, "Stuttgarter Kickers", si è rifiutata di disputare una partita amichevole contro il RB Lipsia. Così hanno già fatto nel recente passato anche il VfB Stoccarda (1. Bundesliga), Assia Kassel (Lega Regionale Sud-Occidentale), Union Berlino (2. Bundesliga), Erzgebirge Aue (2. Bundesliga), Offenbach, Norimberga, 1860 Monaco e molte altre squadre.

Lo scorso 25 aprile ci siamo recati a Markanstädt, a seguire un derby di quarta categoria accesissimo a cui hanno partecipato quasi 3000 persone, tra il Lokomotive Lipsia, squadra storica tedesca, e la seconda squadra del Rasenball Lipsia.

Controlli minuziosi all'entrata - E' tesa l'aria attorno al piccolo stadio di Markranstädt. Decine i furgoni di polizia, centinaia gli agenti in tenuta antisommossa. Ai cancelli una lunga fila di persone attende di poter accedere agli spalti. All'entrata i controlli e le perquisizioni sono minuziose. La giornata è grigia e fredda per essere a fine aprile. E' una partita di quarta categoria regionale, che si gioca in una piccola cittadina di 15mila abitanti a pochi chilometri da Lipsia, dove è stata scelta la sede del RB Lipsia. Lo scontro è ad alto rischio. La Lokomotive di Lipsia, squadra storica fondata nel 1896, gioca nel campo della seconda squadra del RasenBallsport Lipsia, fondata nel 2009 di proprietà della RedBull, la multinazionale che produce ogni anno miliardi di lattine di bevanda energetica e che si è data l'obiettivo di raggiungere la Bundesliga in 10 anni. In Germania non è permesso che una squadra di calcio prenda il nome del suo sponsor. Per questo motivo anziché RedBull, la squadra è stata chiamata "RasenBallsport".

In campo il fratello di Khedira - La RasenBall nel derby schiera giocatori della prima squadra. "C'è il fratello di Khedira", si sente dagli spalti. E' vero. In campo scendono non solo il fratello del campione del mondo acquistato dalla Juventus, ma anche Franke e Kalmar. Non c'è storia. I mezzi a disposizione della squadra giovanile del RB Lipsia non sono paragonabili alla povera Lokomotive, che lotta con tutto il cuore grazie al calore dei suoi tantissimi tifosi. Rasenball vuol dire Redbull, e Redbull vuol dire che se un giocatore di Lipsia è infortunato può essere sostituito con uno di Salisburgo o viceversa. La rabbia contro il calcio moderno è così forte che a Lipsia i tifosi del Lok hanno sfilato in centro città, a Markränstädt si è vandalizzato fino a pochi minuti prima dell'inizio della partita.

Ultrà sfondano la recinzione dello stadio - Quando un gruppo di una ventina di giovani del Lok ha sfondato una parte della recinzione dello stadio l'intervento della polizia della Sassonia in tenuta antisommossa è stato immediato. "Jetzt'geht's los", ha esclamato quasi rassegnato un tifoso del Lok. Un giovane dopo aver sfondato la recinzione urla tutta la sua rabbia: "Non dobbiamo avere paura". L'ordine torna dopo pochi minuti. La polizia presidia la recinzione e filma gli spettatori con una telecamera. I tifosi del Lokomotive mostrano le loro coreografie e tifano per tutti i 90 minuti, ininterrottamente.

Magliette anti RB sequestrate - La partita finisce 0 a 0. Incontro equilibrato ma sostanzialmente avaro di grandi emozioni. La polizia ha sequestrato decine di magliette con scritte offensive contro il Rasenball. Ci si mette di nuovo in coda su una strada non asfaltata che attraversa un bosco, sotto lo sguardo vigile di un lungo cordone di agenti. 

L'ultima nota di colore - Durante la lunga e lenta processione si sente un urlo: "Hey Schweizer". E' un tifoso originario di Lipsia partito da Zurigo, dove vive e lavora, per vedere la propria squadra del cuore. 700 chilometri macinati per la sua "Lok". Mostra il permesso B e sorride. "Abito a Zurigo, ma sono tornato a Lipsia, la mia patria, per la partita. E poi ne approfitto perché stasera sono stato invitato a una festa di compleanno". Saluta calorosamente. Si ritorna verso Lipsia. La città che ora, con la Lokomotive e la Chemie, ambisce a tornare grande nel calcio tedesco grazie a una squadra nuova sponsorizzata da una fabbrica di bibite energetiche.

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