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LIGUE 1Verratti: "Non mi sento il nuovo Pirlo"

25.03.15 - 17:57
Viste le assenze dello juventino e De Rossi toccherà finalmente al giocatore del PSG scendere in campo da titolare
Verratti: "Non mi sento il nuovo Pirlo"
Viste le assenze dello juventino e De Rossi toccherà finalmente al giocatore del PSG scendere in campo da titolare
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PARIGI (Francia) - Invocato da tempo come l’uomo nuovo del calcio italiano Marco Verratti non è mai riuscito a fare davvero il salto di qualità con la maglia della nazionale italiana. Titolare fisso col PSG in azzurro è stato spesso chiuso da Pirlo e De Rossi e ora che i due totem dell’Italia sono fuori gioco toccherà finalmente a lui. Verratti però non si sente il salvatore della patria né pensa di poter prendere in mano da solo la squadra: “È un parolone. Se non sei Messi o Maradona la Nazionale non può essere di una persona sola. Cercherò di dare il mio meglio se me ne verrà data l'occasione. Penso che quando vengo chiamato in Nazionale non sono il migliore. Davanti a me ho grandi campioni che hanno vinto tutto. Quando ci sono Pirlo e De Rossi davanti è normale che giochino loro. Io darò sempre la mia disponibilità. Non è detto che io debba giocare sempre, mi devo guadagnare il posto. Un giovane deve dare ancora di più perché è normale che un ct si affidi alle garanzie prima dei giovani. Io ci proverò e non farò una tragedia se non giocherò quando tornerà Pirlo. Se giocherò con Pirlo sarà una scelta del mister. Per un allenatore è bello avere tanti giocatori forti, la concorrenza aiuta a vincere trofei".

Con Conte il feeling c’è: “So cosa vuole il mister da me e cercherò di fare al meglio i compiti che mi vuole affidare. Pirlo è difficilmente sostituibile, ma sto capendo cosa Conte vuole da me e cercherò di mettere in pratica le sue richieste. Ogni allenatore ha una filosofia di gioco diverso. Conte chiede di creare superiorità numerica con l'intensità. Mi sta facendo capire tante cose ed ogni giorno lo capisco meglio. Dal punto di vista tattico è il migliore allenatore che abbia mai avuto". La serie A non gli manca: “Ogni italiano vorrebbe giocare in Serie A, ma io sto facendo grandi esperienze e per il momento non mi manca perché sto molto bene a Parigi. Quando grandi squadre ti cercano è sempre un orgoglio. Significa fare bene ed essere sulla strada giusta. Un grande futuro viene da un grande presente, quindi devo pensare a fare bene partita dopo partita. Il presente per me è Parigi e sono contento della fiducia che mi viene concessa. Al futuro non ci penso. Non bastano due o tre anni per definirsi un grande calciatore. Sono all'inizio, ma sono contento di quello che ho fatto fino ad ora".

Anche grazie alla possibilità di giocare con campionissimi come Ibrahimovic: "Giocare con grandi giocatori ti migliora in tutto. Sul piano mentale cerchi di avere sempre maggiore fiducia in te e nella tua squadra. Anche i compagni mi hanno aiutato tantissimo. Ogni partita c'è qualcosa in più che mi fa crescere. Giocando a Parigi si cresce più in fretta. Ci sono tante cose che non devo fare quando gioco davanti alla difesa, come perdere palla ad esempio. Perdere il minor numero di palloni possibile è la cosa più importante per giocare davanti alla difesa". Col Psg potrebbe ritrovarsi anche in semifinale di Champions o addirittura in finale contro la Juve, a svolgimento favorevole: "Mi piacerebbe vedere questa finale, perché vorrebbe dire che o io o i miei compagni di Nazionale avrebbero vinto la Champions".

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