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TENNISNadal sta pagando anni vissuti a 100 km/h

14.05.22 - 08:00
Nadal: «Il dolore ti toglie la felicità, non solo di giocare, anche di vivere»
keystone-sda.ch / STF (Alessandra Tarantino)
Nadal sta pagando anni vissuti a 100 km/h
Nadal: «Il dolore ti toglie la felicità, non solo di giocare, anche di vivere»
«Non posso vivere così». Il Roland Garros è alle porte e Nadal non sa se potrà arrivarci “sano”
ROME ITALY12.05.2022

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NADAL R. (ESP)
1 - 2
SHAPOVALOV D. (CAN)
SPORT: Risultati e classifiche

ROMA - Anni spesi a colpire la pallina un po' più forte, a provare a fare un centimetro in più, a tentare di soffrire un minuto in più ed ecco che, tutto insieme, il tuo fisico decide di presentarti il conto.

È successo a Roger Federer, che da mesi ormai fa parlare di sé per le comparsate pubblicitarie e le missioni della sua fondazione piuttosto che per le magie sul campo, e sta succedendo pure a Rafa Nadal. Sconfitto a Madrid dal talentino Carlos Alcaraz e battuto a Roma, costretto ad alzare bandiera bianca davanti al pur ottimo Denis Shapovalov, il maiorchino ha ammesso di essere ormai al limite. Anzi, di averlo superato da un pezzo.

«Come sto? Se non prendo un antinfiammatorio, sono zoppo», ha raccontato frustrato lo spagnolo a caldo, in conferenza stampa. 

A farlo penare è la sindrome di Müller-Weiss, una deformità di una delle ossa presenti nella parte centrale del piede.

«Non ho intenzione di fare la vittima ma capire la mia quotidianità è per voi difficile. Vivo prendendo tanti antinfiammatori perché altrimenti non posso allenarmi. E senza allenarmi non posso essere competitivo né sereno. La mia è una situazione seria, particolare: non sono infortunato, non ho un problema risolvibile con il tempo o con un intervento. Semplicemente... vivo con un infortunio. E per questo non posso avere felicità, che poi è quella che cerco. Che cerca ogni giocatore. Il dolore, è inutile negarlo, ti toglie la felicità. Non solo di giocare ma anche di vivere. Giocare mi piace, è la mia vita, ma per farlo vivo molti giorni di infelicità. Tutto qui».

Parole, quelle di Rafa, che suonano quasi come una resa. O forse come un avviso a tifosi e appassionati. Qualcosa tipo «Ci sono ma non so per quanto».

«Non smetterò di crederci e di lottare ma arriverà un giorno in cui la testa mi dirà basta».

Un peso importante, nella lotta dello spagnolo, lo avrà la sua competitività. Finché i risultati saranno ottimi, soffrire sarà sopportabile. Già, ma fino a quando un fisico spaziale ma consumato potrà sorreggere un talento cristallino? La prima risposta arriverà presto: a fine mese, a Parigi, comincerà il Roland Garros. Fallire il “suo” torneo, potrebbe anche spingere Rafa a riconsiderare il suo ruolo nel tennis.

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