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Cancellato il visto, l'Australia "banna" Djokovic

MELBOURNECancellato il visto, l'Australia "banna" Djokovic

14.01.22 - 08:05
Il Governo australiano ha deciso di cancellare il visto di Djokovic
keystone-sda.ch / STF (Mark Baker)
Cancellato il visto, l'Australia "banna" Djokovic
Il Governo australiano ha deciso di cancellare il visto di Djokovic
Telenovela finita. Djokovic costretto a lasciare l'Australia.
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MELBOURNE - Espulso dall'Australia! Novak Djokovic ha visto terminare nel modo peggiore la telenovela legata alla sua permanenza a Melbourne. Il ministro dell'immigrazione Alex Hawke ha infatti deciso di cancellare il visto del serbo, che sarà così costretto a lasciare il Paese.

Atterrato nella capitale dello stato australiano di Victoria lo scorso 5 gennaio, il campione di tennis ha subito avuto problemi con gli agenti dell'Australian Border Force, che lo hanno fermato e interrogato per ore prima di cancellargli il visto. Finito al "confino" al Park Hotel di Melbourne, il 34enne ha in ogni caso presentato ricorso e si è visto dare ragione dal Tribunale federale, che ha fatto in modo che il passaporto gli venisse riconsegnato e che la sua permanenza nel Paese fosse garantita. Il giudice Anthony Kelly non si è però espresso sulla legittimità del permesso ottenuto da campione di Belgrado, quanto piuttosto sulla procedura completata per ottenerlo. A quel punto è entrato in gioco il ministero guidato da Alex Hawke, che ha nuovamente studiato il caso. E per Nole sono cominciati i guai seri. Sono infatti venute immediatamente a galla incongruenze tra la data della positività comunicata (il 16 dicembre) e il comportamento tenuto nei giorni successivi (isolamento non rispettato e partecipazione a eventi pubblici); in seguito è inoltre stato scoperto che il documento di viaggio è stato compilato in maniera errata. Volutamente o per sbaglio? Non ha importanza: la legge non ammette ignoranza. Il serbo ha tentato di sminuire tali "magagne" spiegando e scusandosi pubblicamente, ne è però uscita una ritrattazione involontaria che aggravato la sua posizione.

A quel punto, pur considerando i rapporti diplomatici con la Serbia da conservare, e l'Australian Open con l'indotto a esso collegato da difendere, per le autorità australiane la scelta è stata quasi inevitabile. Già dopo il "le regole sono uguali per tutti" pronunciato dal Primo Ministro Morrison, le speranze di permanenza di Djokovic - nel frattempo allenatosi sotto il sole di Melbourne - erano sembrate poche; le ultime prove a suo carico le hanno cancellate del tutto. Creare un pericoloso precedente? Il Governo federale dell'isola-continente non se lo sarebbe potuto permettere.

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