Il renano ha risposto a tono a chi pensa che sia sempre trattato con un occhio di riguardo in più dagli organizzatori dei tornei
NEW YORK - È una vita che Roger Federer sente gli stessi discorsi, ovvero di godere di un occhio di riguardo da parte degli organizzatori dei vari tornei.
Qualcuno, infatti, dopo la vittoria ottenuta ieri su Daniel Evans gli ha fatto notare come il suo avversario avesse giocato anche il giorno prima: «Non lo nego, è stato un vantaggio per me che Daniel abbia giocato il giorno prima e io no. Ma le regole sono queste, credo ci debba essere un limite di almeno 16 ore di distanza tra un match e l’altro. Capisco bene se Daniel sia frustrato per questo, mi dispiace, ma sono stufo di sentire discorsi "Roger chiede, Roger ottiene". Non è così per niente. Sono i tornei a decidere chi gioca, quando e dove. Noi non decidiamo nulla, al massimo diamo delle opinioni».
Sulla partita il basilese si è espresso così: «I primi due match non contano troppo adesso, quello che conta è essere passato. Mi sono dato la possibilità di fare meglio e l’ho fatto: tre set di fila giocando un buon tennis, sono contento».