Il successo a Wimbledon? il serbo ha spiegato come ha fatto a superare la pressione e il "tifo contro": «Cantavano "Roger", sentivo "Novak"»
LONDRA (GBR) - La più lunga finale della storia di Wimbledon, uno spettacolo che per cinque ore ha lasciato a bocca aperta gli appassionati, è stata decisa dagli episodi. Novak Djokovic e Roger Federer hanno giocato a livelli stratosferici. Ha vinto il primo perché, nei momenti clou, è semplicemente stato più bravo, più freddo, più fortunato. E questo nonostante il pubblico - come sempre accade - fosse per gran parte invece favorevole a King Roger.
«Quando il pubblico cantava "Roger" io sentivo "Novak"», ha ammesso candidamente il padrone dello Slam londinese.
Il trucchetto ha funzionato. Soprattutto nei tre tie-break, soprattutto quando la pressione era massima. «Suona stupido - ha aggiunto Nole - ma è così. Ho provato ad autoconvincermi che fosse così. In fondo "Roger" e "Novak" sono simili. A livello mentale, quello contro Federer è probabilmente stato, in carriera, il match nel quale mi sono dovuto spremere maggiormente. Già prima di entrare in campo mi sono detto che sarei dovuto rimanere calmo e concentrato, e questo perché sapevo che atmosfera avrei trovato».