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Crisi di rigetto e guarigione: la Bacsinszky ha raccontato di come passare del tempo lontano da campi e racchette l’abbia salvata
LOSANNA - Ci sono delle storie dello sport, del tennis in questo caso, che vale la pena raccontare. Timea Bacsinszky è un esempio di come la vita di tutti i giorni può riconsegnare al campo una sportiva ritemprata e ancor più forte, così tanto da raggiungere la semifinale del Roland Garros.
Al sito della WTA la tennista di Losanna ha parlato della sua storia. Una storia che l'ha vista, come tante bambine prodigio del tennis, lasciare il mondo disincantato della racchetta, per finire a lavorare in albergo.
Poi il ritorno del sacro fuoco.
"Quando giochi ad alti livelli non ti rendi conto della gente che lavora intorno a te - ha sottolineato Timea - io invece sono stata dall'altra parte quando lavoravo in albergo e sono cresciuta in umiltà. Non so se il mio gioco ne abbia beneficiato. Sono ritornata a giocare a tennis perché ho lavorato molto su me stessa".
Divertente il retroscena che Timea ha raccontato del suo impiego in hotel: "Non ho mai perso il mio senso della competizione: cercavo di fare tutto più in fretta rispetto ai miei colleghi… anche lavare i piatti. Anche quello ha "aiutato" l'umiltà".
