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TENNISFederer incomprensibile, sconfitto anche da Berdych

19.08.11 - 23:44
A Cincinnati, il basilese ha giocato una partita sciatta. A dieci giorni dagli US Open, Roger ha mostrato un tennis discontinuo e impreciso che apre grandi dubbi sulle possibilità di ritornare al vertice
Keystone
Federer incomprensibile, sconfitto anche da Berdych
A Cincinnati, il basilese ha giocato una partita sciatta. A dieci giorni dagli US Open, Roger ha mostrato un tennis discontinuo e impreciso che apre grandi dubbi sulle possibilità di ritornare al vertice
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CINCINNATI – Pochi giorni dopo Montreal, Roger Federer salta in aria anche nei quarti del torneo di Cincinnati. Le tappe di avvicinamento agli US Open sono amare. Inutile nascondersi: per com’è messo ora, il nostro Roger non è altro che un outsider, lui che fino a poco fa trattava gli avversari come bersagli. Venerdì, sul solito cemento americano che trita palline e legamenti, Federer ha giocato una partita incomprensibile, quanto ad attitudine. Di fronte, sì, aveva un Thomas Berdych in giornata di vena, ma farsi eliminare in due set (6-2 7-6) senza nemmeno procurarsi una palla break, commettendo 29 errori diretti a fronte di soli 28 vincenti vuol dire non giocare quando il servizio è dell’altro.

In un ambiente da sagra di paese, con omoni e donnone che vanno e vengono dal barbecue alle gradinate curvi sotto il peso di beveroni e megapanini, Federer ha difettato di continuità e entusiasmo. Ha piazzato qualche colpo dei suoi, ma in modo sporadico, tanto per far digerire gli hamburger a un pubblico che era tutto per lui. Le prime palle di servizio non ne hanno voluto sapere di passare e con uno pronto alla risposta come il ceco è stato un disastro.

Più che concentrato, o arrabbiato, o teso, il basilese è parso annoiato, come se non provasse chissà quale emozione a star lì con la racchetta in mano. Non è la prima volta che si nota tale atteggiamento. Che ovviamente non può avere giustificazione alcuna, se non quella di accontentarsi, come spesso fa supporre Federer nelle varie conferenze che tiene dopo le sconfitte: e sono contento lo stesso, e ho trovato il mio gioco, e qua e là. Animus pugnandi cercasi. Di questo passo, oltre a farsi fare a fette dai soliti noti, il nostro Roger diventa un boccone prelibato per le seconde linee.

A trent’anni, dopo aver dominato e incantato il mondo, il ragazzo deve decidere se tentare la rimonta, lui che è ancora il re del tennis quanto a classe, oppure lasciarsi andare a comparsate come il paventato doppio con la Hingis alle Olimpiadi di Londra. Se non riesce a decidersi lui, qualcuno gli dica qualcosa, altrimenti il declino mette la terza.
 

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