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SUDAFRICA 2010Marco Padalino vuole aiutare la Svizzera a battere l'Honduras

25.06.10 - 15:02
I rossocrociati devono vincere con due reti di scarto (oggi alle 20.30) e il centrocampista ticinese spera di essere inserito da Ottmar Hitzfeld, che si affida agli undici eroi che hanno superato la Spagna
Archivio Keystone
Marco Padalino vuole aiutare la Svizzera a battere l'Honduras
I rossocrociati devono vincere con due reti di scarto (oggi alle 20.30) e il centrocampista ticinese spera di essere inserito da Ottmar Hitzfeld, che si affida agli undici eroi che hanno superato la Spagna
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BLOEMFONTEIN – Gioca Alex Frei? Debutta Marco Padalino? Ottmar Hitzfeld ha lasciato intendere qualsiasi variante tattica per la partita di questa sera alle 20.30 contro l’Honduras, ma il tecnico tedesco è intenzionato a confermare gli undici eroi che avevano battuto la Spagna per 1-0 nella gara d’esordio.

La formazione, dunque, dovrebbe essere questa: Benaglio; Lichtsteiner, von Bergen, Grichting, Ziegler; Barnetta, Inler, Huggel, Fernandes; Nkufo, Derdiyok.

Il centrocampista della Sampdoria Marco Padalino potrebbe essere l’asso nella manica di Hitzfeld. L’inviato de laRegioneTicino in Sudafrica, Marzio Mellini, ha parlato con il ticinese in vista del match decisivo.

È «apatico», come lui stesso si definisce, e si vede. Ed è rabbuiato. Non tanto perché anche contro l’Honduras non sarà nell’undici titolare, bensì perché pensa e ripensa a chi a suo modo di vedere gli ha guastato il Mondiale.

Marco Padalino non fa nomi ma ce l’ha a morte con Luigi Del Neri, il tecnico della Sampdoria – passato alla Juve – che nella seconda metà della stagione lo ha tenuto ai margini della squadra, di fatto privandolo dell’opportunità di essere tra i protagonisti in campo al Mondiale, nonostante Hitzfeld lo tenga in debita considerazione.

«Se trovo poco spazio in Nazionale – conferma Padalino con un velo di tristezza negli occhi – è solo la conseguenza degli ultimi mesi nei quali non ho giocato nel mio club. Non posso muovere alcun appunto a Hitzfeld se preferisce non schierarmi. Al contrario, lo ringrazio per avermi dato fiducia e per avermi portato in Sudafrica, contro ogni pronostico. La responsabilità per questa situazione è di molte persone che quest’anno mi hanno deluso. Nessuno della Nazionale, beninteso. Mi hanno rovinato questo grande evento, al quale probabilmente non riuscirò mai più a prendere parte. C’è rabbia, delusione, un mix di sentimenti che non mi fanno stare bene».

I toni si fanno anche più cupi. «Questo è l’anno più difficile della mia carriera calcistica. Purtroppo vivo male questo Mondiale, molto male. Dovrebbe essere la mia gratificazione, invece è tutto il contrario. Sto subendo il fatto di non essere tra i protagonisti. Ma capisco anche chi non mi mette in campo. È giusto così».

Uno stato d’animo che incide sul morale, ma non sulla qualità del lavoro. «La fase in cui volevo solo sbattere la testa contro il muro è passata. Ora è subentrata un po’ di apatia. Rassegnato? No, quello mai. Ma durante le giornate non riesco a pensare a come potrei migliorare la mia situazione. Ho perso entusiasmo. Ho bisogno di vacanza. Sei mesi senza giocare sono più faticosi di sei mesi da protagonista. Quando non hai la testa è come se non avessi neppure le gambe. In allenamento mi riprendo, mi sfogo. È l’unica cosa che mi rimane».

Hitzfeld contro l’Honduras è orientato a dare fiducia agli uomini migliori. «È una partita importante, e i giocatori importanti sono altri, non sono io. C’è gente più in forma di me, è giusto che giochino altri, ma a me questa situazione pesa. Ma sono pronto a giocare anche solo uno spezzone. Non ho i 90’ nelle gambe, ma se entro mi mangio l’erba e gli avversari. Con la volontà si supera qualsiasi ostacolo».

Vivere ai margini del Mondiale preclude quella vetrina che potrebbe essere importante in vista di un rilancio della carriera (Padalino è peraltro legato alla Samp da altri due anni di contratto). «Il mio futuro lo vedo nero. Rischio una stagione come quella appena passata, nonostante ci siano una nuova dirigenza e un nuovo tecnico. Nessuno mi ha ancora chiamato. Finché non guardo negli occhi chi mi parla, permettetemi di diffidare. Già nella passata stagione mi avevano assicurato che sarei stato un giocatore importante, invece dopo sei mesi fatti bene sono finito in panchina, o in tribuna».

Piaciuta la Svizzera fin qui? «A livello difensivo abbiamo palesato un’ottima organizzazione, superiore a quella di molte altre formazioni. Purtroppo questo rigore ha bloccato le nostre iniziative in attacco. Forse ci siamo chiusi un po’ troppo, anche se era l’atteggiamento giusto contro due avversarie molto forti offensivamente».

Con l’Honduras si cambia atteggiamento, per forza. «Oggi dobbiamo mantenere il rigore difensivo e sfruttare la nostra forza offensiva. In avanti abbiamo il potenziale per riuscirci».

Una curiosità: Padalino si scaldò a lungo contro la Spagna, ma Hitzfeld gli preferì Eggimann. «Confesso che lì per lì ho rosicato non poco, ma ho subito capito che era giusto che entrasse Mario. Ma ho rosicato. Mi è successo così tante volte in questa stagione di essere a un passo dall’ingresso in campo senza mai vederlo, però».

Svizzera-Honduras 1-0: entra Padalino e realizza il 2-0... «Lo dedicherei a tutti quelli che se accadesse rosicherebbero e sarebbero invidiosi».

Marzio Mellini/laRegioneTicino

Foto d'apertura: Archivio Keystone

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