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CICLISMO"Vincere è bello perché si vede quanto è amata la Svizzera"

05.05.10 - 09:32
A Lugano per la presentazione del prologo del Tour de Suisse e della challenge per gli amatori con il suo nome, Fabian Cancellara ha parlato di successi, obiettivi e sogni e dei ricordi che ha del Ticino
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"Vincere è bello perché si vede quanto è amata la Svizzera"
A Lugano per la presentazione del prologo del Tour de Suisse e della challenge per gli amatori con il suo nome, Fabian Cancellara ha parlato di successi, obiettivi e sogni e dei ricordi che ha del Ticino
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LUGANO – Fabian Cancellara è tornato in Ticino dopo i fasti dei Mondiali di Mendrisio e fresco dei grandiosi successi al Giro delle Fiandre e alla Parigi-Roubaix. Dopo aver presentato con fierezza la Cancellara Challenge, in programma sabato 12 giugno a Lugano prima del prologo del Tour de Suisse.

Sempre sorridente e disponibile “Spartacus” ha parlato del suo rapporto con il nostro Cantone: “Ricordo bene tutti i chilometri che ho fatto in Ticino, non solo durante gli ultimi Mondiali a Mendrisio, ma anche in quelli del 1996 a Lugano, oppure nel 2000 e nel 2004 per il Tour. Sono contento di tornare a correre qui, conosco il percorso del prologo e mi piace, è un tracciato in cui ci vuole molta forza”.

Dopo i trionfi nelle grandi classiche il bernese si è concesso un po’ di riposo: “Ora non sono ancora pronto per il Tour de Suisse, ma è normale dopo la pausa che mi sono preso e c’è ancora tempo. Sono stato in giro per diversi mesi e avevo proprio bisogno di staccare, bisogna imparare anche a rilassarsi. Sono rimasto in Svizzera con la mia famiglia per ricaricare le batterie e per due settimane non ho toccato la bicicletta, ma non è un problema, so gestirmi bene”.

Nonostante il grande rispetto per la gara nazionale, vinta lo scorso anno, il Giro della Svizzera non è il primo traguardo di Cancellara: “Il mio obiettivo a inizio stagione era il Giro delle Fiandre e poi si è aggiunta anche la Roubaix. Probabilmente se non avessi conquistato la prima classica non sarei stato tanto motivato per la seconda, che avevo già vinto e per la quale non sentivo quindi gli stessi stimoli. Ma dopo il Fiandre sentivo un’altra tensione. Al Tour de Suisse partirò in modo diverso rispetto all’anno scorso, quando i primi mesi erano stati duri. Adesso arrivo da dei grandi successi e quindi in condizioni diverse. Sono fiero di partire con il numero 1, ma non penso al successo finale, non ci sono gli stessi stimoli e lo stesso feeling. Sono comunque positivo e guardo avanti con ottimismo, pensando anche al Tour de France”.

Dopo Varese e Mendrisio quest’anno i Mondiali saranno in Australia: “È tutto un po’ più complicato rispetto alle scorse edizioni che si sono svolte vicino. Il mio focus è sulla corsa su strada, la cronometro l’ho già vinta tre volte e non so ancora se parteciperò. Ma è una sfida ancora lontana, al momento penso a riprendere in vista del Tour, che rimane un sogno. Un sogno ma non un obiettivo, perché gli obiettivi sono altri. Ci sono cinque o sei corse che voglio vincere, poi si vedrà”.

Ormai Cancellara è popolarissimo non solo in Svizzera, ma anche a livello planetario: “Vincere è sempre bello non solo per me, ma anche perché noto che porta tante belle cose ai tifosi e perché si vede quanto è amata la nostra nazione, non solo per i soldi (ride). Quando hai successo diventi in qualche modo anche ambasciatore del tuo paese. Sono sempre fiero delle mie origini, ma rispetto anche i luoghi in cui sono e anche per questo penso di essere apprezzato”.

Daniela Bleeke Sollberger

Foto d'apertura: Archivio Keystone

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