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MONDIALI CICLISMOMendrisio '71 - Mendrisio '09: la sete di vittoria di Eddy Merckx

22.09.09 - 06:58
Il cannibale è l'uomo dei record, considerato da molti il più forte ciclista di tutti i tempi, ricorda con soddisfazione il successo al Mondiale ticinese di 40 anni fa e si sbilancia sui suoi papabili successori
Eddy Merckx taglia il traguardo dei Mondiali di Mendrisio '71 (Keystone/Photopress-archiv STR)
Mendrisio '71 - Mendrisio '09: la sete di vittoria di Eddy Merckx
Il cannibale è l'uomo dei record, considerato da molti il più forte ciclista di tutti i tempi, ricorda con soddisfazione il successo al Mondiale ticinese di 40 anni fa e si sbilancia sui suoi papabili successori
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Quattordici anni di carriera che hanno caratterizzato la storia del ciclismo a cavallo degli anni '60 e '70, antagonisti predestinati, compagni di fughe che sulle strade non si sono mai risparmiati. Eddy Merckx con la sua fame di vittoria e Felice Gimondi con la sua intelligenza tattica, hanno raccolto un numero impressionante di successi lottando in ogni gara fino all'arrivo, come ai Mondiali di Mendrisio '71. Un rapporto descritto dagli stessi come “di grande rispetto, una sana e forte rivalità”.

Le parole di Eddy Merckx

“Il successo di Mendrisio '71 è stata la vittoria più importante della mia carriera – racconta Eddy Merckx - Diventare campione del mondo è già di per sé un'emozione unica e sul difficile percorso ticinese è stato un orgoglio ancora maggiore, ma si trattava anche di un bisogno di riscatto”.

“Nello stesso anno ho conquistato il Tour de France senza poter gareggiare fino alla fine con chi quella competizione l'aveva resa davvero competitiva e che aveva guadagnato a mie spese diversi minuti soprattutto nella Orcières-Merlette, Luis Ocaña, costretto al ritiro dopo la caduta sul colle della Menté con indosso la maglia gialla” (strappata proprio al belga, ndr).

“E' stato uno smacco e Mendrisio rappresentava l'occasione per dimostrare a tutto il mondo, ma soprattutto a me stesso, che la vittoria francese era stata meritata”.

Ma sulle strade di Mendrisio il cannibale ha trovato Felice Gimondi: “Gli ho detto 'Qui siamo forti tutti e due, andiamo al massimo e che vinca il migliore'. E' stato un successo sudato, conquistato grazie alla rabbia che avevo in corpo e che ha ripagato dalla delusione del Tour”.

“Con Felice c'è sempre stato un ottimo rapporto, è un signore oltre che un campione con cui ho vissuto una sana e forte rivalità”.

Il tre volte campione del mondo ha buone parole per l'evento iridato ticinese e si sbilancia su qualche nome che potrebbe replicare il suo successo: “Il percorso di Mendrisio '09 è bellissimo, il più duro e selettivo come allora, con le sue due salite entusiasmanti. Credo avrà un vincitore atipico. Potrebbero essere Alejandro Valverde o Damiano Cunego che in questo momento sono molto in forma, ma bisognerà fare attenzione anche a Philippe Gilbert (belga come il cannibale, ndr.) anche lui in ottimo stato e portato per questi tracciati”.

“Non sarò presente, ma seguirò le gare in televisione. Non ho mai abbandonato il mondo del ciclismo – dopo aver venduto la sua fabbrica di biciclette oggi Merckx svolge soprattutto mansioni di relazioni pubbliche per il Tour de France – e sono felice dell'evoluzione in atto, i severi controlli stanno portando su una giusta strada indebolendo il fenomeno del doping”.

Nella foto d'apertura: Eddy Merckx (Ti-Press/Gabriele Putzu) e il campione all'arrivo dei Mondiali di Mendrisio '71, dietro di lui Felice Gimondi (Keystone/Photopress-archiv STR)

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