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L’importanza della parola nella prima serata di POESTATE

LUGANOL’importanza della parola nella prima serata di POESTATE

01.06.17 - 22:42
Pubblico affascinato dagli autori che si sono avvicendati sul palco: dai ricordi di Fabio Pusterla alla “madre d’inverno” di Vivian Lamarque, fino all’energia di Gaetano Curreri
tio.ch/20 minuti
L’importanza della parola nella prima serata di POESTATE
Pubblico affascinato dagli autori che si sono avvicendati sul palco: dai ricordi di Fabio Pusterla alla “madre d’inverno” di Vivian Lamarque, fino all’energia di Gaetano Curreri

LUGANO - Una serata subito molto interessante a POESTATE, la prima delle tre di questa edizione numero 21.

Ad aprire le danze è stato Fabio Pusterla, «uno dei più prestigiosi poeti della Svizzera italiana» come lo ha presentato la direttrice della kermesse Armida Demarta. Nel corso della conversazione con Maria Grazia Rabiolo Pusterla ha ricordato il suo percorso poetico, a partire dal debutto nel 1985 sotto l’egida di Maria Corti. «La mano c’è, però svegliati» gli disse la grande autrice dopo aver letto i suoi primi componimenti. Tra aneddoti, ricordi e riflessioni letterarie Pusterla ha affascinato il pubblico presente nel patio di Palazzo Civico, leggendo varie sue composizioni che spaziano in un arco temporale di oltre 30 anni, tra “Pietra sangue” e “Paesaggio d’inverno”, e l’inedito dedicato a Giovanni Orelli.

Tre giovani talenti scelti in collaborazione con Il Cenacolo di Monte Verità: Demian Lienhard, Mattia Bertoldi e Anna Rigamonti che hanno letto brani da loro opere, inedite e no, in tedesco e italiano.

Patrizia Barbuiani e il Teatrox hanno poi portato in scena i personaggi dell’Antologia di Spoon River, in una performance fuori dal comune. Con un affascinante connubio di vocalità, recitazione, musica e teatro il pubblico è stato portato nel mondo dei vivi, che vivi ora non sono più e “dormono sulla collina”.

Quindi un incontro tra generazioni di poeti: Gilberto Isella ha presentato Laura Accerboni. Un dialogo nel quale si è indagato sugli elementi ispiratori dell’arte della giovane autrice (immagini riccorrenti, vere e proprie ossessioni come l’acqua, i pesci e gli animali) che aiutano Accerboni «a ridimensionare la figura dell’uomo». Una poesia prosciugata, ha rilevato Isella, che va diritta al punto e che fa risaltare una «narratività interna».

Quindi i tre eventi realizzati in conclusione con RSI Rete Due. In principio Vivian Lamarque, capofila della poesia italiana contemporanea, che ha raccontato (nel colloquio con Maria Grazia Rabiolo) il suo universo poetico. Di ritorno a Lugano, Lamarque si è soffermata specialmente su “Madre d’inverno”, la sua ultima produzione. Poesie scritte vegliando la madre ricoverata in ospedale, con le immagini d’immediata comprensione che caratterizzano il suo modo di scrivere. “E tu che non trovavi il telecomando / che era lì / per cambiare ogni due ore / tutte le posizioni del dolore”. Poi le “poesie sull’origine della poesia”, come “Coinquilina poesia”, con il pubblico che pendeva letteralmente dalle labbra dell’autrice.

Ingresso in musica per Gaetano Curreri, che ha cantato brani del suo ampio repertorio accompagnato dalle sapienti mani di Fabrizio Foschini al pianoforte. Tra un racconto e l’altro - il ricordo del «capofamiglia» Lucio Dalla, la genialità poetica di Roberto Roversi, Vasco «che è un grande fan mio», uno che «sarebbe un grande creativo, oltre che essere un grande poeta» - il leader degli Stadio ha interpretato classici del suo repertorio e brani che ha scritto per altri, come Patty Pravo o lo stesso Vasco. Poi uno scoop: Curreri sarà sul palco del concerto dei record di Vasco del primo luglio (230mila paganti) «e suonerò il pianoforte da solo per cinque minuti. Già sto tremando». Curreri ha parlato dei suoi incontri con i poeti, non solo quelli affermati, ma anche quelli che potranno avere un brillante avvenire.

Ha concluso Scilla Hess, che ha presentato i brani del suo ultimo album (intitolato, per l’appunto, “Scilla Hess”) accompagnata da un trio di valenti musicisti. Una riuscita amalgama di jazz e musica italiana anni ‘50, un viaggio tra Ornella Vanoni, Gino Paoli e Nicola Arigliano.

Due premi POESTATE sono stati assegnati: a Fabio Pusterla e Gaetano Curreri.

 

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