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CANTONEQui l'inglese non si studia: si sa

28.03.18 - 07:49
Esporre un bambino piccolo a una seconda lingua lo avvicina al bilinguismo: alla Fogazzaro un'opportunità per «futuri cittadini di un mondo globalizzato»
Qui l'inglese non si studia: si sa
Esporre un bambino piccolo a una seconda lingua lo avvicina al bilinguismo: alla Fogazzaro un'opportunità per «futuri cittadini di un mondo globalizzato»

LUGANO - Accade esattamente quello che si fa quando si è piccoli: si gioca. Non è ancora tempo di banchi di scuola, lezioni e compiti, didattica rigida e formalizzata. Né in fondo serve. Il risultato è identico a quello che si raggiunge con fatica, più in là con gli anni. S'impara, però senza sforzo, con la leggerezza di chi semplicemente ascolta e non si accorge di quel che intanto dentro di sé accade.

La bellezza dei tre anni - Tre anni: il momento ideale per imparare una lingua. Perché il bilinguismo non è solo eredità fortunata di un nucleo familiare, padre di una nazionalità madre di un'altra. Garantiscon fior di studi e di teoria: esporre un bambino in maniera continuata a una parlata straniera non significa spiazzarlo, metterlo in difficoltà, ma fargli un dono.

E adesso "full immersion" - Per questo la Scuola dell'infanzia Fogazzaro ha deciso di ampliare la propria offerta formativa, finora "limitata" a una docenza affiancata in lingua inglese e, novità di quest'anno, anche tedesca, nelle sue due sedi parificate.

Il metodo del Jolly Learning - Adesso, si passa alla «full immersion», spiegano le direttrici Silvana Giunta e Floriana Tomaselli. «La Fogazzaro 3, che è privata, è l'esito di una particolare scelta educativa che prende le mosse dalla consolidata esperienza delle due sezioni bilingue già attive da diversi anni a Lugano. Qui si parlerà solo inglese. Seguiremo un approccio multisensoriale e proporremo ai bambini attività divertenti e semplici, utilizzando il metodo Jolly Learning, sperimentato con successo in diverse scuole della Gran Bretagna».

Un obiettivo ambizioso - Perché scommetterci? Perché, se sarà centrato, l'obiettivo è ambizioso: «Formare nuove generazioni di cittadini capaci di affrontare le sfide del mondo globalizzato». 

 

 

 

 

 

 

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