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CANTONECriminalità, Ferrara Micocci: "E' giunto il momento di aprire gli occhi"

18.03.15 - 20:34
Prima intervista di 8 domande uguali per tutti i candidati al Consiglio di Stato a Natalia Ferrara Micocci (PLRT)
Criminalità, Ferrara Micocci: "E' giunto il momento di aprire gli occhi"
Prima intervista di 8 domande uguali per tutti i candidati al Consiglio di Stato a Natalia Ferrara Micocci (PLRT)

BELLINZONA - Mancano ormai 31 giorni all'appuntamento elettorale del 19 aprile. I ticinesi sono chiamati ad eleggere Governo e Parlamento cantonali e su Tio, inizia il secondo ciclo di interviste ai candidati al Consiglio di Stato (esclusi i Consiglieri di Stato uscenti), ai quali sono state poste 8 domande di carattere generale uguali per tutti. 

La prima è a Natalia Ferrara Micocci, candidata al Consiglio di Stato per il Partito Liberale Radicale Ticinese.

Qual è il problema più urgente da risolvere in Ticino?
"Il primo compito del nuovo Governo è darsi delle priorità, dei termini chiari di intervento e, finalmente, mettere le mani, in maniera coraggiosa ed unita, al risanamento delle finanze e alla riforma dell’Amministrazione. Il tema del lavoro e della sicurezza, insieme a quello della formazione, devono tornare in cima alla lista".


Quanto la preoccupa la presenza della criminalità organizzata in Ticino e cosa fare per combatterla?
H"o lavorato per 5 anni in Magistratura e non sottovaluto certo questo aspetto, che per altro preoccupa anche i cittadini. Oltre 200 le persone intervenute a Lugano, lo scorso gennaio, ad un dibattito organizzato da Ticino Sicuro, di cui sono consulente, sul tema delle mafie in Ticino. Purtroppo, anche nel nostro Cantone, non c’è solo una concorrenza sleale, ma anche una concorrenza criminale. Sempre più persone vengono da noi per sfruttare società bucalettere, dedite al riciclaggio e destinate al fallimento quando non servono più. Bisogna aiutare la piazza finanziaria e l’economia con misure puntuali che contrastino l’avanzata delle infiltrazioni mafiose, dei truffatori e di tutti coloro che arrivano in Ticino con il solo scopo del guadagno facile. E bisogna rendersi conto che, recentemente, anche da noi, ci sono stati episodi violenti e minacce che non possono passare sotto silenzio. Quando ci sono individui pronti a dire “Tu hai un figlio di 14 mesi, vero?” è venuto il momento di aprire gli occhi. Non servono nuove leggi, ma certamente strumenti più efficaci".


In Ticino ritiene necessaria una riforma fiscale?
"Il Ticino deve sicuramente diventare fiscalmente più attrattivo verso patrimoni e redditi elevati già presenti e/o quelli che potrebbero scegliere il nostro territorio come luogo di residenza o di operatività. All’interno dei limiti della Legge federale sull’armonizzazione delle imposte dirette, dobbiamo impegnarci a ridurre progressivamente le aliquote sui redditi maggiori e ripensare la tassazione delle sostanze più rilevanti (il 2% dei contribuenti versa oltre il 30% dell’imposta delle persone fisiche). È importante ricordare la produzione del reddito è la condizione della sua redistribuzione. Nel 2011, Laura Sadis ha sottolineato i rischi per il nostro Cantone di perdita di gettito senza una riduzione dell’onere fiscale per i contribuenti con redditi e sostanza elevata, per altro scaturita da uno studio commissionato alla SUPSI. Purtroppo, ad oggi, non c’è stata la volontà politica (e il coraggio) di portare avanti simili alleggerimenti fiscali, che sono tutt’altro che dei favoritismi".

Se fosse eletto in Consiglio di Stato quale dipartimento vorrebbe?
"Il regolamento del Consiglio di Stato prevede che i Ministri riconfermati abbiano possibilità di mantenere il proprio Dipartimento o decidere di cambiarlo. I nuovi eletti devono dunque essere pronti a tutto. Ho delle preferenze, certo, sia per affinità di studi che per percorso personale, penso al DI ma anche al DECS e al DFE. Sono stata Magistrato, la formazione mi ha cambiato la vita, le finanze hanno bisogno di essere risanate".

Lei è favorevole al sistema maggioritario?
"Lo sono da tempo. Già nel 2000 Marina Masoni aveva fortemente voluto il sistema maggioritario, ma, alla fine della consultazione, sono il PLRT l’aveva sostenuto. Oggi, invece, molti si dicono disposti a questo cambiamento. Mancano le maggioranze per consolidare progetti, ma manca anche la volontà di governare e assumersene le responsabilità. Maggioritario o no, è un fatto che i deputati della Lega difficilmente seguono la linea dei loro Ministri. Un esempio su tutti l’ultimo preventivo, approvato grazie all’astensione dei Gran Consiglieri del partito che ha la maggioranza relativa in Governo. Inconcepibile".

Lei è favorevole alla liberalizzazione dell'apertura dei negozi su modello italiano?
"La totale liberalizzazione del commercio in Italia ha portato, in circa 2 anni, nel periodo 2012 – 2013, alla perdita di circa 100'000 posti di lavoro, senza aumentare i consumi (anzi, c’è stata una diminuzione di oltre 28 miliardi di euro). Il modello ticinese, per contro, prevede un tipo di ampliamento dell’apertura dei negozi assolutamente ragionevole e necessario, visto anche l’andamento del franco e la nostra condizione di Cantone di frontiera".

Qual è la cosa più imbarazzante / fastidiosa che è costretta a fare in campagna elettorale?
"Premesso che mi piace molto stare in mezzo alla gente, immaginatevi una sequenza infinita di comizi, dove molte persone vogliono condividere le loro idee e preoccupazioni, ma, alle volte, non ce n’è il tempo. Ci sono sere dove si partecipa a 4 o 5 appuntamenti, sparsi per il Cantone. Difficile esserci appieno per tutti. Vorrei sempre potermi fermare, cenare con i presenti, parlare fino a notte fonda. È anche per questo motivo che ho deciso di visitare tutto il Cantone. Ci siamo quasi, mi mancano pochi Comuni e poi sarò riuscita nell’intento di conoscere meglio le tante e diversificate realtà del nostro Ticino, prendendomi il tempo che serve e che è giusto dedicare alle aspettative di tutti e non solo dei grandi centri urbani. Questo viaggio mi ha insegnato molto, anche a sopportare dei veri e propri fastidi. Il calore e la stima delle persone che ho incontrato mi ha ampiamente ricompensata per gli attacchi subiti sia dal noto domenicale leghista che da esponenti del movimento di via Monte Boglia".

Perché dovremmo votare lei?
"Perché siccome conosco i miei limiti cerco sempre di migliorare. Mi piace confrontarmi con quelli bravi, da cui si impara sempre qualcosa, mi piace anche ricordare che il mio modo di essere e dunque di affacciarmi alla politica cantonale, non è solo quello di chi ha studiato diritto ed è stata Procuratrice Pubblica, quanto, piuttosto, di chi ha conosciuto le difficoltà di farsi strada. C’è stato un periodo in cui all’Università facevo sei lavori per mantenermi, queste esperienze segnano e insegnano".

 

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