Cerca e trova immobili

TI.MAMMEMonitorare il battito fetale: curiosità o necessità?

19.12.22 - 07:00
I dispositivi casalinghi di controllo soddisfano il bisogno di certezze delle mamme, ma non solo.
Deposit
Monitorare il battito fetale: curiosità o necessità?
I dispositivi casalinghi di controllo soddisfano il bisogno di certezze delle mamme, ma non solo.

Dopo solo tre settimane dal concepimento, il cuore del feto comincia a funzionare regolarmente, con il miocardio – la parte muscolare dell’organo – che si contrae in modo ritmato. Dalla sesta settimana di gestazione, quel battito cardiaco, che tanto emoziona e rassicura i genitori, diventa visibile attraverso una ecografia transvaginale ad alta frequenza. Con 110 battiti al minuto, quel cuoricino è una vera locomotiva ed è pronto ad arrivare a circa 170 battiti nell’arco delle due settimane seguenti prima di cominciare a rallentare ed assestarsi intorno ai 130 battiti che permarranno sino al parto. Queste indicazioni, ovviamente, sono di carattere generico perché ogni singolo caso può mostrare delle variazioni, a cominciare dalla possibilità di un numero differente tra 5 e 15 battiti al minuto. 

Ascoltare il cuore della propria creatura è indubbiamente un’esigenza comprensibile, ma non deve diventare una fissazione per le future mamme, anche perché potrebbe destare incognite e timori spesso ingiustificati. A disposizione delle gestanti, infatti, esistono strumenti portatili ad uso domestico simili a quelli utilizzati durante le visite ginecologiche, ma comprensibilmente meno attendibili, in grado di rilevare il battito cardiaco fetale grazie all’effetto doppler. Il loro utilizzo è ottimale tra la dodicesima e la ventesima settimana di gravidanza, ma non deve destare allarmismi qualora il battito non fosse rilevabile o risultasse disturbato e poco nitido. Esistono, infatti, molteplici circostanze che possono interferire con l’esatta individuazione del battito cardiaco fetale durante il rilevamento con un fetal doppler: i movimenti dello stesso feto o della fase digestiva, presenza di aria nella pancia o il battito cardiaco materno. 

Monitorare il battito fetale, comunque, è importante per i futuri genitori, mamme soprattutto, e permette di evidenziare eventuali irregolarità parlandone con lo specialista di riferimento così da ricevere rassicurazioni o permettere un approfondimento repentino in caso di reali problemi. Dopo la ventitreesima settimana di gestazione, inoltre, posando le mani sul pancione le mamme possono percepire il battito cardiaco del feto impegnato a muoversi sollecitato da suoni e voci che è in grado di riconoscere. Il papà, invece, potrà poggiare un orecchio sulla pancia per sentire qualcosa, abituandosi sin da subito ad essere fuori dal cerchio magico del legame ineguagliabile tra mamma e bambino. Del resto, nove mesi di simbiosi significano questo e ben altro.

TMT (ti.mamme team)

Seguici anche su Facebook e Instagram

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI