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TI.MAMMEBimbi in braccio… spesso e volentieri!

21.09.21 - 08:00
Privare i bambini del contatto materno non li aiuta a conquistare autonomia, ma li priva della sicurezza
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Bimbi in braccio… spesso e volentieri!
Privare i bambini del contatto materno non li aiuta a conquistare autonomia, ma li priva della sicurezza

C’è chi la considera un’abitudine limitante per i genitori e chi semplicemente un brutto vizio per il bebè: in entrambi i casi, tenere i bambini sempre in braccio non è una buona pratica. Che siano neonati o comunque molto piccoli, i pargoli chiedono a modo loro di essere tenuti in braccio, soddisfacendo così un bisogno naturale che garantisce il loro benessere psicofisico. Alle neo mamme, generalmente, viene ripetuto di non esagerare accontentando questa richiesta per evitare che diventi un vero e proprio vizio che, stando a chi ritiene di saperne parecchio in materia, è un comportamento negativo. In realtà si tratta solo di un pregiudizio, privo di alcun fondamento scientifico e se mamma e papà hanno voglia e modo di tenere i propri piccoli in braccio, che lo facciano pure. I neonati arrivano da nove mesi trascorsi nel pancione in una situazione di completo e rassicurante avvolgimento e nella vicinanza che cerca fuori dalla pancia della mamma non altro che garantirsi la sopravvivenza rispondendo ad un bisogno del tutto naturale e fisiologico, comune a tutti i bambini del mondo.

Il contatto e la vicinanza fisica tra mamma e bambino fanno parte dei bisogni primari ai quali è necessario dare soddisfazione, anche se questo può sembrare contrastante con i vessilli di autonomia sbandierati agevolare un distacco precoce dei figli. In realtà non ci sono studi che possano dimostrare una connessione tra distacco precoce dei bambini e maggiore responsabilità e sicurezza da adulti. Messi da parte i preconcetti ed i falsi miti sulle abitudini nella primissima infanzia, diventa necessario capire che cosa c’è dietro la richiesta dei piccoli di essere presi in braccio e come bisogna rispondere ad essa. Tutto ruota intorno alla sicurezza della quale, nei primi tre anni di vita, ogni pargolo fa scorta cercando continuamente contatto fisico con la mamma.

Se dopo questa età il piccolo continuerà a star sempre incollato alla mamma vorrà dire che si è perso qualcosa nel primo triennio di vita. Vero è, però, che per una mamma può essere faticoso e praticamente difficile soddisfare tutto il bisogno di contatto fisico dei bebè e, per non trovarsi costretta a rinunciare a qualsiasi tipo di attività pur di provvedere al contatto con la propria creatura, bisognerà ingegnarsi. La fascia porta bebè è il primo rimedio utile: garantisce il contatto e lascia le mani libere. Il suo utilizzo è possibile sino a quando il peso del bambino lo consente. Anche sistemare il piccolo su un tappeto morbido accanto alla mamma gli permetterà di muovere braccia e gambette sentendo la sua vicinanza rassicurante.

TMT (ti.mamme team)

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