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L’igiene delle parti intime del neonato è meno scontata di quanto si pensi
Nel gergo pancino delle mamme (e non solo) si chiama pisellino, forse perché pene è una parola troppo pesante per dei pargoli, o forse perché proprio come il vegetale di riferimento presenta un interno ed un baccello di rivestimento esterno. Ed è proprio intorno a questa conformazione che spesso si ingarbugliano perplessità e consigli errati da risolvere con l’intervento del pediatra. Va detto subito che lo spazio tra il prepuzio e il glande nei bambini è una dimensione virtuale, quindi, i dubbi delle mamme inesperte circa la pulizia di quella parte non hanno motivo di esistere.
E nessuna si cimenti nello scollamento delle due parti, su consiglio della nonna saggia o della vicina tuttologa, perché c’è il rischio di fare male ed addirittura provocare ferite al piccoletto. Il pediatra fiorentino Paolo Sarti sottolinea come l’anatomia umana sia frutto di un lungo processo evolutivo, in base al quale ogni parte del corpo ha i suoi tempi di completo ed appropriato sviluppo, compreso il pisellino dei bambini che diventerà più simile a quello di un adulto al momento giusto, coincidente con l’arrivo della pubertà. Prima è del tutto normale che se ne stia tranquillo nella sua foggia originaria, conforme alle funzioni necessarie che si riepilogano solo in quella di fare la pipì.
Le maniache dell’igiene, quindi, non si preoccupino perché nello spazio virtuale tra glande e prepuzio, del quale si diceva prima, non si annida sporco e «poi il pisellino si aprirà e il bambino imparerà a pulirlo; il vostro pediatra avrà cura di controllare questa evoluzione, come fa per altre cose altrettanto importanti» suggerisce il dottor Sarti. Se all’avvicinarsi della pubertà non si profila alcun cambiamento, il consiglio del medico curante potrà prevedere l’aiuto di una crema cortisonica e, solo se questa cura non dovesse funzionare, si potrà valutare la situazione e procedere nel modo più opportuno. Tutto a suo tempo.
TMT (ti.mamme team)
