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TI.MAMMELa diversità spiegata ai bambini

30.10.20 - 08:00
Come parlare di differenze evitando preconcetti ed atteggiamenti discriminatori
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La diversità spiegata ai bambini
Come parlare di differenze evitando preconcetti ed atteggiamenti discriminatori

La parola d'ordine è normalità ed è quella che deve essere rispettata dagli adulti nel momento in cui affrontano con i bambini discorsi sulla diversità. Potrebbe sembrare un controsenso, ma in realtà è il principio da adottare per non scivolare nei preconcetti che riuscirebbero, solo, a trasmettere ai più piccoli opinioni che non appartengono loro. Per intendersi: un bambino non fa caso al colore della pelle o alla religione di un compagno di giochi o di scuola. Piuttosto si rende conto che è bravo in qualcosa o ricorda le sue preferenze. È solo un bambino con cui giocare o scambiare le figurine. Perché nella mente dei piccoli non serve sottolineare le differenze che ai loro occhi non hanno davvero importanza. Quindi è responsabilità dei genitori non ingolfargli il cervello con stereotipi, preconcetti ed opinioni preconfezionate! 

Nella mente pulita dei piccoli c'è posto per le idee che si faranno personalmente, a prescindere da come la pensano mamma e papà. Anzi, spetterà agli adulti difendere quelle testoline sante da contaminazioni discriminatorie che potrebbero ricevere dall'esterno. Ascoltare attentamente i bambini diventa necessario per capire se esistono dei rischi e da dove derivano per poi aiutare il piccolo a capire quale sia il giusto atteggiamento, senza rimproveri o prediche. L'educazione dei figli deve avvenire nell'ottica del dialogo, ragionando di accoglienza ed integrazione, come sottolinea anche la dottoressa Elisabetta Raggio, psicologa dell'età evolutiva. I bambini osservano, colgono gli aspetti di diversità e riescono a selezionarli, chiedendo spiegazioni sulla sedia a rotelle di un compagno, piuttosto che sul colore della sua pelle. 

E quando arriva la domanda sulla disabilità, come è meglio approcciarla? Con onestà, suggerisce la dottoressa Raggio. Non serve definire speciali l'amichetto disabile, ma è preferibile riconoscere la sua difficoltà ed evidenziare contemporaneamente una sua abilità. I bambini osservano ed imitano gli adulti. Se mamma e papà saranno cordiali con i genitori del bambino disabile o straniero, il figlio li imiterà; se gli faranno domande per far emergere le caratteristiche positive di quel compagno, il figlio imparerà a guardare il buono; e se organizzeranno un pomeriggio per adulti e bambini, in cui condividere cibi e tradizioni, sarà un ottimo esempio di integrazione, che farà comprendere ai più piccoli come le particolarità personali alla fine siano normalità.

TMT (ti.mamme team)

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