Dubbi e verità sull'intervento più diffuso per la nascita dei bambini
Ogni mamma lo sa: il parto più indicato è quello più sicuro per il bambino e per se stesse. È bene ricordare che partorire è un atto naturale, anche se in alcune circostanze può rivelarsi complicato. Ed è proprio in queste situazioni che si ricorre a una risorsa estrema conosciuta come parto o taglio cesareo secondario.
Il cesareo è a tutti gli effetti un intervento chirurgico e può essere programmato prima del travaglio e prende il nome di primario, oppure è urgente se praticato durante il parto, in caso di situazioni di pericolo per la madre o per il piccolo, ed è detto secondario. Trattandosi di una pratica chirurgica, richiede l'anestesia: epidurale, generale o spinale. Proprio l'anestesia spinale o subaracnoidea è la più utilizzata ed è una sedazione cosciente che permette alla madre di partecipare consapevolmente al parto.
Proprio intorno all'anestesia ruotano alcune delle leggende metropolitane legate al parto cesareo: infezioni, problemi estetici, dolori post-operatori ed impossibilità a prendersi cura da subito della propria creatura a causa di essi e dei punti di sutura. Più che dati scientifici sono dei timori diffusi che si scontrano con un utilizzo troppo diffuso di questo intervento.
Un bambino su 3 nasce tramite parto cesareo in Svizzera, in Germania e negli Usa, mentre nella vicina Italia si arriva al 38% dei casi. Dati lontani dalle indicazioni dell'Organizzazione mondiale di sanità che vorrebbe si praticasse un taglio cesareo ogni 7 parti. Ma una volta effettuato l'intervento chirurgico ci sono delle regole da rispettare per una corretta ripresa.
Dopo le cure ospedaliere, infatti, la mamma torna a casa con il suo fagottino profumato e piangente e qualche dolore. Nonostante il fastidio, però, dovrà camminare, cambiare ogni giorno la medicazione, evitare il bagno per almeno 3 settimane, non sforzarsi, non indossare indumenti con cerniere o bottoni che possano sfregare sulla ferita.
Inoltre non dovrà fare sport, guidare o avere rapporti sessuali per qualche settimana. Potrà invece occuparsi subito del proprio bambino, contrariamente ad ogni timore. Ma se per la mamma il cesareo non è una passeggiata di felicità, anche il bambino ha le sue preoccupazioni. Durante il taglio, infatti, il feto potrebbe rimanere lievemente ferito e se il parto avviene prima della 39esima settimana il piccolo potrà avere disturbi respiratori destinati a sparire in pochi giorni.
Rimarginata la cicatrice sul bassoventre e passati i primi tempi di assestamento, mamma e bambino percorreranno la loro strada. L'allattamento al seno per almeno 6 mesi può migliorare le difese immunitarie del piccolo, non eccellenti a causa del cesareo che gli ha impedito di fare scorta dei batteri interni al corpo della mamma e di beccarsi solo quelli trovati nell'ambiente esterno.
La consolazione è che durante il cesareo i piccoli non corrono rischi particolari che possano causarne il decesso. E quando tutto rientra e la quotidianità profuma di talco, la cicatrice diventa solo il segno evidente che quell'intervento rappresenta prima di tutto la nascita del proprio figlio.
TMT (ti.mamme team)