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TI.MAMMELo sapevate che? Curiosità e storia dei colori che ci circondano

19.11.19 - 08:00
Praticita e comunicazione alla base delle scelte cromatiche per gli oggetti di uso comune
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Lo sapevate che? Curiosità e storia dei colori che ci circondano
Praticita e comunicazione alla base delle scelte cromatiche per gli oggetti di uso comune

Il colore non appartiene a ciò che ci circonda. Eppure tutti gli oggetti intorno a noi hanno un colore. L'individuo ama giocare con i colori e creare con essi una comunicazione convenzionale fatta di modi di dire e di scelte cromatiche di pratica utilità. Per esempio, la locuzione «essere al verde», ovvero rimanere senza soldi, deriverebbe dall'antica abitudine di colorare di verde il fondo delle candele: una volta raggiunto il fondo, quindi il verde, la candela non bruciava più, era finita. «Black friday» è il venerdì nero, cade dopo la festa del Ringraziamento ed è il giorno in cui, per tradizione, i commercianti americani applicano sconti convenientissimi per favorire gli acquisti in vista del Natale. È chiamaro nero perché questo era il colore dell'inchiostro usato nei registri contabili per segnare i conti in attivo, come quelli del venerdì dopo il Ringraziamento grazie ai saldi! Ma gli esempi sono infiniti tra gli oggetti di uso comune. Le palline da tennis sono gialle perché più facilmente individuabili da uno spettatore televisivo ed i  colori delle insegne dei fast food sono spesso il rosso e giallo, che stimolano fortemente l'appetito. Ma anche la carta igienica è bianca per un motivo a sfondo psicologico: il bianco, infatti, suggerisce l'idea di pulizia e quindi invoglia all'utilizzo.

Gli attraversamenti pedonali ai quali siamo abituati, non sono sempre stati zebrati. La loro origine risale alla fine degli anni Quaranta, quando il governo inglese testò tutti i colori al fine di individuare quelli più visibili e, quindi, più indicati per segnare le strisce pedonali. Il bianco e nero, alla fine, risultarono i migliori e permettevano anche di individuare facilmente i pedoni.

Simile la scelta fatta originariamente per il colore dei taxi. John Hertz, alla vigilia dell'inizio della sua attività di taxi, finanziò una ricerca per stabilire il colore più individuabile su un veicolo in lontananza. Lo studio condotto da una locale università decretò la validità del giallo e così, da quel momento, tutti i taxi erano di quel colore.

Gli aerei civili sono in prevalenza bianchi prima di tutto per motivi economici, visto che questo colore costa meno e richiede minore manutenzione, ma anche per motivi pratici. Il bianco, infatti, riflette la luce solare evitando che l'aereo si scaldi troppo, e rende meno visibili eventuali ammaccature.

Sulla scelta del colore rosso che caratterizza il camion dei pompieri in tutto il mondo, invece, ci sono due ipotesi. Una riguarda la visibilità e, quindi, l'individuazione sulla strada legata al fatto che questi mezzi a motore apparvero negli Stati Uniti agli inizi del Novecento, quando la maggior parte delle macchine in circolazione erano nere. L'altra ipotesi, invece, riguarda l'aspetto economico. La vernice rossa era quella meno costosa in circolazione e, quindi, la più conveniente per i vigili del fuoco che erano volontari non retributi che attingevano alle risorse personali per garantire il servizio.

L'oggetto colorato per eccellenza, però, rimane il semaforo che, così come lo vediamo noi, è parente del sistema adottato dall'industria ferroviaria sin dalla prima metà dell'Ottocento. Originariamente disponeva di due colori bianco per la marcia e rosso per l'alt. Il verde fu aggiunto in seguito per indicare cautela. Il bianco, però, non risultava un colore adatto al comando attribuitogli e veniva confuso dai macchinisti con altri colori. La sua sostituzione, quindi, fu inevitabile ed i colori vennero riassegnati. Il rosso rimase ad indicare lo stop, il verde divenne l'autorizzazione alla marcia ed il bianco fu sostituito con il giallo ad indicare cautela. Questo sistema ferroviario fu trasferito poi al traffico cittadino per idea della polizia inglese nel 1868.

 Soffermandosi sulle curiosità legate ai colori degli oggetti di uso comune, alla fine rimane la certezza trasversale che siamo circondati da oggetti colorati ed il colore di ognuno di essi non è casuale, bensì deriva dal desiderio di ottimizzare le singole e valide intuizioni a beneficio collettivo.


TMT (ti.mamme team)

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