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TI.MAMMEChi si prenderà cura del mio bimbo?

26.09.19 - 08:00
Dubbi, domande e riflessioni di una madre lavoratrice in dolce attesa
Chi si prenderà cura del mio bimbo?
Dubbi, domande e riflessioni di una madre lavoratrice in dolce attesa

Si sa, avere la notizia di una dolce attesa è sempre bello ed emozionante.
Per quasi tutte noi i primi mesi sono marcati da malessere e stanchezza. Passati i tre mesi solitamente ci si gode appieno la gravidanza ed è tempo di fantasticare sul nome del futuro bimbo, ci si lascia prendere dallo shopping, dai colori dei mobili della stanzetta, ecc…

Ma per noi mamme lavoratrici più si avvicina la data del termine e più si inizia ad allarmarsi: super ansiose e preoccupate facciamo mille calcoli e mille congetture… ma chi si prenderà cura del mio bimbo quando tornerò al lavoro? Meglio diminuire la percentuale? Ha senso andare a lavorare per pagare poi una baby sitter?

Insomma è una bella preoccupazione, soprattutto se entrambi i genitori lavorano e i nonni non sono sempre disponibili.  Ormai con la dura società di oggi, affitti e casse malati sempre più alti, imprevisti e varie spese, la maggior parte delle famiglie è costretta a fare molti sacrifici e noi mamme vogliamo contribuire, anche per sentirci realizzate.

Sappiamo bene che prima dei 3 anni i bimbi non sono ammessi all’asilo, il primo anno è facoltativo e inizialmente possono presenziare solo quattro mezze giornate. Se tutto va bene si procede con l’aggiunta del pranzo per poi completare con il pomeriggio.  “Meno fortunati” i bimbi nati da settembre a dicembre che iniziano a 4 anni. Quindi, a meno che non ci si iscriva a un asilo che propone un orario continuato, noi mamme siamo comunque legate agli orari dell’asilo e conciliarlo con quelli di lavoro e dei propri impegni non è per niente facile.

I vari asili nidi non sono molto economici e comunque la maggior parte accetta i bimbi solo se frequentano almeno 2 giornate. Questo può essere un problema per chi ha bisogno solo un giorno o due mezze giornate.

In caso di necessità ci sono alcune associazioni che offrono un servizio di baby sitting diurno a domicilio, per i più grandicelli 2-4 anni c’è la possibilità di portarli a un Mini Club.
Il servizio è attivo da lunedì a venerdì dalle 08.30 alle 11.30, i bimbi possono così imparare a socializzare dai primi anni di vita.

Una buona soluzione potrebbe essere quella di affidare il proprio bambino a una mamma diurna, il costo va in base al reddito. È un servizio che funziona da anni, ci sono controlli regolari, e soprattutto si può instaurare un bellissimo rapporto tra famiglia diurna che magari ha bimbi della stessa età di quello in affidamento.

Un’alternativa, di cui non si sente più così spesso parlare, è la ragazza alla pari. Serve solo una camera tutta sua e vitto. A dipendenza delle ore lavorative c’è un piccolo compenso e la partecipazioni ai costi scolastici. La differenza è la comodità di lasciare i proprio bimbi direttamente a casa, senza bisogno di spostarsi da un posto all’altro, inoltre dà un aiuto anche con le faccende domestiche.

Oltre al lavoro e agli aiuti, sicuramente anche questa è una bella esperienza sia per la famiglia ospitante che per la ragazza che viene a imparare l’italiano.

Insomma alternative ce ne sono tantissime, ma qual è la più adatta alle proprie esigenze? Il bambino si troverà bene? Ci si potrà fidare?
Riflettendoci e parlando con il proprio partner sicuramente si troverà la soluzione giusta, l’importante è sentirsi tranquille e andare al lavoro a cuor leggero, consapevoli che nostro figlio starà bene.


Micky


TMT (ti.mamme team)

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