Cerca e trova immobili

L'OSPITELa scuola frena le ineguaglianze

19.08.14 - 06:01
Raoul Ghisletta, segretario Sindacato VPOD Ticino
Ti-Press / Davide Agosta
La scuola frena le ineguaglianze
Raoul Ghisletta, segretario Sindacato VPOD Ticino

Il recente libro del prof. Thomas Piketty ha focalizzato l’attenzione attorno al problema delle crescenti disuguaglianze nel mondo. La rapida crescita del peso dei ricchi a partire dagli anni ‘70 è socialmente preoccupante e anche destabilizzante per la democrazia occidentale. La crescita delle ineguaglianze non è legata a motivi di merito, ma fondamentalmente è dovuta alla rapacità dei supermanager, come pure al reddito esagerato conseguito dai grandi fondi d’investimento e dai grandi patrimoni privati.

Un’altra causa collaterale è stata la forte riduzione della tassazione dei redditi elevati e dei patrimoni milionari in numerosi Stati. Nel 2009 il 10% della popolazione più fortunato guadagnava una percentuale di reddito nazionale complessivo, che va dal 30% della Svezia al 33% di Francia e Svizzera e che arriva sino al 42% nella Gran Bretagna e al 48% negli USA (vedi World Top Income Database). Nel 2010 il 10% della popolazione possedeva il 70% dei patrimoni negli USA e il 60% in Europa, mentre  l’1% deteneva rispettivamente il 35% e il 25% della ricchezza. Lo 0,1%, l’élite mondiale nei paesi analizzati da Piketty, è composta da 4,5 milioni di persone, che dispongono di un patrimonio netto medio di circa 10 mio. di euro: questi averi, non di rado ottenuti grazie a monopoli e ad affari contrari all’etica, corrispondono al 20% della ricchezza.

Esistono degli strumenti per fare da contraltare alla crescita delle disuguaglianze, per garantire possibilità di riuscita a chi proviene dal popolo e per non far precipitare nella povertà i ceti medi sviluppatisi nel secondo dopoguerra (i ceti medi rappresentano il 40% della popolazione occidentale e possiedono ca. il 35% della ricchezza)? Chiaramente, oltre alla leva fiscale, tra gli strumenti più efficaci per mantenere sotto controllo la crescita squilibrata della ricchezza vi sono le politiche fondanti dello Stato sociale democratico edificato nel secondo dopoguerra: i sistemi pensionistici e sociali che combattono la povertà, le leggi che tutelano il lavoro dei sindacati e i salari minimi, come pure il sistema sanitario ed il sistema educativo. In proposito secondo il prof. Piketty è fondamentale che gli Stati investano maggiormente nella formazione, che ovviamente è anche un potente mezzo per mantenere la competitività economica ad alto livello nei nostri Paesi.

Nel Canton Ticino i cittadini e le cittadine potranno decidere sul potenziamento degli investimenti destinati alla scuola comunale, esprimendosi in votazione il prossimo 28 settembre. Il Ticino non è ben messo, anzi è agli ultimi posti nella spesa per abitante per l’educazione in Svizzera (2'900 Fr nel 2009, mentre la media nazionale era di 3'815 Fr). Dobbiamo veramente tornare ad aiutare le scuole elementari e dell’infanzia a fare bene il loro lavoro in una società sempre più complicata ed esigente. Occorre garantire maggiore solidità e qualità alla formazione impartita dalla scuola dell’obbligo; inoltre è necessario creare sufficienti servizi extrascolastici come mense e doposcuola per le famiglie. Ne va del futuro dei nostri ragazzi, di tutti, ma in particolare di quelli che non sono ricchi e sono confrontati con un mondo sempre più inegualitario.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE