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L'OSPITEIl burqa? Ma mio figlio troverà lavoro?

24.09.13 - 09:22
di B.M. una lettrice ticinese
Foto Ti Press
Il burqa? Ma mio figlio troverà lavoro?
di B.M. una lettrice ticinese

Ci sono state le votazioni e la cosiddetta iniziativa “antiburca” è passata. Terribile! Terrificante. È stato creato un problema che non esisteva, poiché donne velate integralmente sono rare, non vivono in questa zona. Le uniche che si possono incontrare sono delle turiste arabe facoltose che arrivano a Lugano, soggiornano in alberghi lussuosi e portano soldi. Se ora i turisti facoltosi mussulmani decidono di boicottare questa regione a causa di questo voto, ci saranno delle conseguenze economiche non indifferenti su una situazione che sta peggiorando da anno in anno. Io mi chiedo come sia possibile che nessuno ci abbia pensato e che una popolazione possa essere talmente stupida e manovrabile da non rendersi conto del macigno che si è buttato sui propri piedi.

Ho timore del futuro, anzi forse mi fa paura. Non per me, ormai per i 20 anni che forse avrò ancora da vivere, non ho nulla da perdere. Ma ho un figlio e penso a tutte le madri e tutti padri preoccupati per il futuro dei loro ragazzi.

In questo periodo economicamente difficile l’ansia maggiore per quasi ogni genitore è : “mio figlio troverà lavoro? Avrà un posto sicuro o vivrà perennemente nel precariato? Riuscirà ad avere una famiglia o la situazione economica non gli permetterà di avere figli? Avrò mai dei nipoti? O avrò un figlio che per mancanza di autonomia economica rimarrà a vivere con me? Sarà un eterno “mammone”? O dovrà emigrare ed accettare qualsiasi lavoro possibile?”

I genitori sono sempre preoccupati, è nella nostra natura e forse il problema del futuro delle nuove generazioni era un problema serio da affrontare. Troppo serio e troppo difficile.

 

A volte credo che certe iniziative, che sembrano dettate da paura ed ignoranza, nascono solo per non dover affrontare i problemi seri e reali, dato che nell’intimo del subconscio collettivo c’è il sentore che per certi problemi non c’è soluzione. Allora per non pensarci, per non disperare e deprimersi ci si concentra su altro. Si creano problemi che non esistono perché la realtà è troppo difficile e la vera paura troppo grande.

 

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