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L'OSPITELo scoppio della crisi del Dipartimento formazione e apprendimento

23.06.11 - 19:38
di Raoul Ghisletta, ex gran consigliere PS
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Lo scoppio della crisi del Dipartimento formazione e apprendimento
di Raoul Ghisletta, ex gran consigliere PS

Nel mio rapporto parlamentare sul consuntivo 2009 di USI e SUPSI e in un articolo dello scorso 15 marzo avevo evidenziato la crisi in atto al Dipartimento formazione e apprendimento (DFA) di Locarno. Non ero certo l’unico ad avere questa opinione: il problema era ben noto, ma la possibilità di esprimersi da parte degli interessati era minima.

Ora la crisi al DFA è esplosa alla luce del giorno grazie agli studenti, che si sono riuniti in assemblea mercoledì 22 giugno per denunciare le ennesime partenze di validi docenti e per affrontare i problemi organizzativi e didattici che vivono sulla loro pelle. Per coincidenza il sindacato VPOD aveva riunito i rappresentanti del personale USI e SUPSI alla sera prima, allo scopo di discutere con il consigliere di Stato Manuele Bertoli dei problemi esistenti nell’ambito universitario: clima non partecipativo, minacce per chi si oppone a determinate decisioni di certi capi, assenza di trattative con i partner sociali sulle condizioni di lavoro, salari agli ultimi posti in Svizzera che devono essere negoziati individualmente da ogni collaboratore, contratti a termine, frequenti cambiamenti peggiorativi delle condizioni e degli oneri di lavoro, dumping salariale che porta ad assunzioni di personale frontaliero e alla rinuncia del personale indigeno. Si tratta di una situazione vergognosa che da anni come sindacalista VPOD e come membro della commissione scolastica del Parlamento ho denunciato, chiedendo invano di dotare gli enti universitari ticinesi di un contratto collettivo di lavoro e di accrescere la partecipazione accademica. Ricordo poi che nel 2007 ben 200 persone impiegate alla SUPSI e all’USI avevano sottoscritto una petizione del sindacato VPOD che chiedeva il contratto collettivo di lavoro e lo sviluppo di un’autentica partecipazione universitaria: ma il consigliere di Stato Gendotti e i consigli di USI e SUPSI chiusero tutte le porte al dialogo.

La crisi del Dipartimento formazione e apprendimento si inserisce in questo contesto di negazione della partecipazione e della democrazia universitaria. La situazione si fa critica ovviamente quando ai vertici di una struttura accademica ci sono le persone sbagliate, che impongono le loro scelte sbagliate e non condivise. Come avevo già scritto occorre a mio avviso rimuovere il vertice supremo della direzione DFA, avulsa dalla realtà della scuola ticinese e praticamente silente durante l’assemblea degli studenti DFA di mercoledì (al suo posto hanno parlato il direttore della SUPSI Gervasoni e un paio di onesti collaboratori della direzione, che hanno ammesso i problemi). È necessario inoltre integrare maggiormente nel DFA docenti liceali ed esperti di materia ticinesi tramite condizioni di lavoro attrattive, invece che assumere docenti esteri che sono gli unici che concorrono per via del dumping salariale. Bisogna puntare sulla collaborazione tra il DFA e il territorio, come pure sviluppare la ricerca applicata alla scuola ticinese per aiutare gli operatori e il Dipartimento educazione a trovare le risposte atte a migliorarla. Infine il ruolo della Commissione consultiva del DFA va potenziato, integrando le associazioni dei docenti e convocandola regolarmente prima di decidere le strategie del DFA.

La crisi del DFA è profonda e deve essere risolta al più presto, perché si tratta di una struttura fondamentale per garantire il futuro della scuola ticinese. Ma il Ticino politico deve anche interrogarsi sull’insieme della struttura del sistema universitario. Si tratta infatti di enti di diritto pubblico, che devono mirare all’eccellenza e all’efficienza, ma che devono nel contempo anche essere trasparenti, equi e partecipativi, e non diventare fabbriche ottocentesche dove pochi caporioni impongono le loro leggi.

Raoul Ghisletta, ex gran consigliere PS

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