Cerca e trova immobili

L'OSPITECrimini contro l’umanità

01.06.08 - 19:38
di Michel Venturelli
None
Crimini contro l’umanità
di Michel Venturelli

L’articolo di Corrado Galimberti, pubblicato sul Caffè di domenica scorsa, mi ha fatto venire in mente un pezzo che scrissi per la Regione oltre 14 anni fa. In quel frangente affrontai il problema del consumo di carne, non tanto dal punto di vista degli animali e del loro legittimo diritto a non essere dei semplici prodotti, ma da quello dell’umanità. Umanità che oggi, paradossalmente, sta vivendo una crisi alimentare globale.
Crisi che in realtà è fabbricata di sana pianta dall’industria della carne.

Forse non tutti sanno che per fabbricare una caloria animale ce ne vogliono in media 7 vegetali. Fatta questa considerazione subito ci accorgiamo dello spreco di derrate alimentari che il consumo di carne comporta. Già nel 1968 c’è chi aveva calcolato che la quantità di proteine consumate dal bestiame americano, e non recuperato dal consumo umano, si avvicinava al deficit proteico del mondo intero. Solo per quel che concerne il grano si è calcolato che ce ne sarebbe abbastanza perchè ognuno di noi, abitanti del pianeta terra, abbia almeno due pani al giorno. La verità è che gran parte dei cereali con i quali si potrebbero ottenere questi pani viene impiegato per produrre gli animali da macello (e ora, anche bio-carburanti).
Ma torniamo alla carne. E’ interessante notare che quando il grano è direttamente consumato dall’uomo sotto forma di pane, o di pasta, il rapporto tra le calorie necessarie alla produzione dell’alimento e le calorie alimentari consumabili dall’uomo è di 1 a 1. Se invece i cereali sono utilizzati come foraggio per gli animali sono necessarie 3 calorie di grano per ottenerne una di carne di maiale, 12 per la carne di pollo, 10 per quella di bue, 4 per le uova e 5 per il latte.

Tenendo conto che per produrre una caloria animale ci vogliono in media 7 calorie vegetali possiamo calcolare che dei 140 milioni di tonnellate di cereali e di soja che erano necessari a nutrire le bestie americane nel 1971, 118 milioni se ne andavano ad inquinare la natura e 32 erano convertiti in carne.
Nell’operazione si perdevano, e si perdono tutt’oggi, oltre 90 tonnellate di alimenti di origine vegetale.
Se compariamo il rendimento di un ettaro di terra consacrato alle culture di vegetali con un ettaro consacrato all’allevamento, vediamo che lo spreco è ancora più flagrante. Un acro di cereali produce un numero di proteine 5 volte superiore alla stessa area consacrata all’allevamento, le leguminose fino a 10 volte di più e le leguminose a foglie fino a 15 volte. Campioni del mondo sono gli spinaci: un ettaro coltivato a spinaci rende fino a 26 volte quello che rende un ettaro da pascolo per bovini!

Torniamo ai cereali. Per meglio capire ciò che tutto questo significa immaginatevi seduti al tavolo di un ristorante davanti ad una bistecca di circa 250 grammi. Virtualmente, sedute accanto a voi, ci sono altre  50 persone. Davanti a loro però c’è una tazza vuota. Voi non le vedete per il semplice fatto che queste 50 persone abitano in Africa, in Asia o in America Latina.
Non le vedete, ma esistono e hanno fame.

Quello che dovrebbe far riflettere è che se invece della vostra bistecca si fossero prodotte graminacee le 50 tazze sarebbero piene di cereali cotti. Cereali che si è però mangiati la vacca dalla quale è stata ricavata la vostra bistecca di 250 grammi. 
Riassumendo si può affermare che per ammazzare la gente non è necessario imbracciare un Kalashnikov… basta andare in macelleria.

 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 
NOTIZIE PIÙ LETTE