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L'OSPITEPapà: dalle stelle alle stalle!

16.09.21 - 09:15
Marco Romano, consigliere nazionale PPD/Il Centro
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Papà: dalle stelle alle stalle!
Marco Romano, consigliere nazionale PPD/Il Centro

Un anno fa in tutti i media si celebrava il ruolo essenziale dei papà nell’accudimento, nella crescita e nello sviluppo dei bambini. Eravamo in piena campagna per il congedo paternità. Giustamente ci siamo battuti per un impegno fatto di presenza attiva sin dai primi giorni di vita e di sostegno alle madri. La vicinanza ai nascituri rafforza il legame per tutta la vita, garantisce equilibrio e consolida le dinamiche familiari. I nascituri sin da subito devono confrontarsi con la pluralità che li ha generati.

Passati pochi mesi, tutto questo viene brutalmente banalizzato. Con il matrimonio per tutti si elimina dalla Legge la figura del padre. Il “sorgere della filiazione” è stralciato dal Codice civile: con la donazione di sperma per le coppie lesbiche si riduce l’uomo a una macchina, senza alcuna responsabilità nella vita. Si passa da “madre e padre” al generico ‘genitore’, una marginalizzazione smisurata della figura dell’uomo-padre. Proprio chi si batte per la pluralità e il rispetto della diversità, vuole cancellare fattuali differenze di genere.

Liberalizzando l’utilizzo della medicina riproduttiva per le coppie lesbiche, la possibilità di risalire al donatore di sperma sarà concessa solo al compimento dei 18 anni. Nell’infanzia e nell’adolescenza dove sorgono le grandi domande sulla vita e sulle origini, si genera un reale vuoto e disorientamento, fatto di conflittualità. Per le coppie lesbiche si fa dell’avere un figlio, un diritto sancito per legge. Una possibilità assolutamente non data agli eterosessuali.

Con la nota “Salamitaktik” federale, le coppie gay denunceranno questa discriminazione e rivendicheranno l’accesso al medesimo diritto, quindi all’utero in affitto. In marzo, in Parlamento è già stata depositata la modifica di Legge che porterà alla maternità surrogata, la totale mercificazione della vita. Il piano, fetta dopo fetta, è lì da vedere.

Al contrario del messaggio veicolato dai favorevoli non si vota quindi su amore e sentimenti; questi per fortuna non sono codificabili per legge. La varietà di modelli di famiglia esistenti è un dato di fatto. Sia tra omosessuali che tra eterosessuali vi sono storie di felicità e di sofferenza. Con questa riforma non si va a migliorare questa pluralità di forme, ma a stabilire per legge che il desiderio individuale di avere un figlio diventi un diritto collettivo, aldilà dell’interesse primario del minore. Il focus è sull’interesse egoista degli adulti, marginalizzando i diritti e i bisogni dei bambini.

Ogni discriminazione o lacuna giuridica nella quotidianità che colpisce le coppie omosessuali poteva e doveva essere risolta nel quadro dell’Unione domestica registrata, in vigore dal 2007.

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