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L'OSPITEUn Pass Covid per le vacanze quest'estate? Sarebbe discriminante

17.05.21 - 16:46
Luca Campana, Consigliere comunale a Lugano
Luca Campana
Un Pass Covid per le vacanze quest'estate? Sarebbe discriminante
Luca Campana, Consigliere comunale a Lugano

"Tu puoi e tu no e buona vacanza a tutti", in sostanza è questo il tenore del messaggio che molti vorrebbero far passare senza tenere da conto chi purtroppo il Covid-19 l'ha subito negli ultimi mesi (e tuttora lo subisce tramite i più disparati e soggettivi strascichi) o per chi non può permettersi di vaccinarsi perché malato e poco resiliente.

Proposte rigide e dal sapore totalitarista per chi promuove la legittimità di viaggio che alla fine di tutto non risolvono neanche il problema, ma lo enfatizzano.

Io il Covid l'ho fatto negli ultimi mesi, questa mattina ho dovuto recarmi dal mio medico per un'analisi del sangue, tramite le analisi vorrei capire se ho accumulato degli anticorpi e se tutto è in linea con un organismo sano, sembra difficile però aspettarsi una analisi precisa dei dati perché la lettura del passaggio del Virus sembra ancora troppo subdolo, infatti io, per avere prossimamente facoltà del vaccino ed "immunizzarmi" vengo informato che devo aspettare anche fino a sei mesi, altri dottori risultano concordi con questa tesi, perché in sostanza "sembra" che il risveglio a breve distanza della passata patologia inoculando il siero vaccinale potrebbe essere ancora troppo aggressivo (viste le ultime notizie su pazienti).

In sostanza bisogna ancora aspettare e parecchio per evitare serie recidive, quindi che ne sarà della mia come di altre persone della libertà di movimento nei prossimi mesi?

Prendete con le pinze quanto da me scritto sopra, non sono laureato in medicina e non pretendo di esserlo e posso anche aver capito male; tuttavia di certezze sembrano esservene ancora ben poche sia sull'evoluzione di un post Covid che anche per una sicura protezione vaccinale futura.

In un'intervista alla BBC l'Amministratore delegato dell'aeroporto di Dubai, Paul Griffiths afferma con estremo entusiasmo che " Il Pass Covid è inevitabile per tornare a viaggiare" la sua motivazione è semplicistica in quanto il settore viaggi ha bisogno di mobilità, ma va?

Dice inoltre Griffiths di capire la mentalità di chiusura degli ultimi mesi: «L'ultima cosa che i paesi vogliono è un'ondata di infezioni nel proprio territorio» e ora per continuare il Business dei viaggi quindi l'obbligo tout court dimenticando i clienti che senza responsabilità non possono vaccinarsi?

Tutti d'altronde vorrebbero poter tornare a viaggiare, anche solo per staccare un attimo la spina da questo dannato anno, per molti farebbe molto bene avendo passato il periodo fra notizie terribili e postumi logoranti provocate dalla malattia e dallo stress accumulato.

Fortunatamente anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la definisce «proposta discriminante» quella del Pass Covid, intanto la Confederazione come sempre prende tempo.

In Danimarca ora il “Coronapass” permette di accedere a bar, ristoranti e parrucchieri, in Estonia basta solo un codice QR per viaggiare all’estero, il trend continua a compartimenti stagni negli Stati e fa scuola in altri contesti con spregiudicatezza.

Personalmente se questo è il prezzo che dobbiamo pagare per ricominciare a vivere in società ben venga la somministrazione del vaccino a tutti, ma non dimentichiamoci però di includere nelle possibilità anche chi non può accedervi e di trovare una soluzione globale a tale problematica e allinearla a determinare se la persona appartiene a un circuito digitale di autenticità in rapporto alla vaccinazione, alla guarigione o a un risultato negativo di un test.

In poche parole, dare la possibilità a tutti con le dovute cautele, questa dovrebbe essere fondamento delle carte della libertà, senza discriminare nessuno.

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