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L'OSPITEAncora un emendamento galeotto

15.04.21 - 09:42
Paolo Ortelli, granconsigliere PLR
TiPress - foto d'archivio
Ancora un emendamento galeotto
Paolo Ortelli, granconsigliere PLR

E ci risiamo, ancora una volta la politica ticinese, o meglio una certa parte ne esce con le ossa rotte da una sentenza emessa dal Tribunale Federale di Mon Repos.

È di pochi giorni fa infatti la notizia, che il ricorso di swissstaffing (associazione svizzera che cura gli interessi delle agenzie di lavoro temporaneo) ha giudicato inapplicabile l’introduzione, nel frattempo preventivamente sospesa dal Governo, all’art. 24 della nuova legge sulle commesse pubbliche ed all’art. 37 del relativo regolamento di applicazione, di un obbligo per l’offerente di rivolgersi agli URC nel caso di una necessità ulteriore di manodopera. E poter rivolgersi ad agenzie interinali solo a seguito di un’attestazione delle stesse dell’impossibilità di reperire manodopera.

Un emendamento, il solito emendamento dell’ultimo minuto, allora proposto dai deputati Fonio e Jelmini, che inspiegabilmente, o facendo leva immaginiamo sulla loro posizione di “autorevolezza sindacale” convinsero l’allora parlamento sulla bontà della loro proposta.

Certo è sempre questione di slancio ideale e di buona fede, ma concedetemi purtroppo, anche troppo spesso di quella grande e irresistibile voglia di noi deputati di volersi profilare. Ancora una volta però si è voluto forzare la mano. Nonostante la salda posizione contraria mantenuta ed allora fortemente criticata da più o meno tutti, da parte del partito Liberale radicale che metteva in evidenza in modo chiaro e corretto tutta una serie di elementi di criticità. Elementi di concetto, di fatto quelli integralmente ripresi dal tribunale federale, ma anche e soprattutto criticità di tipo operativo, pragmatici perchè esito di analisi e ragionamenti con esperti del settore che, giornalmente si confrontano sul campo con queste problematiche, che indicavano chiaramente tutta una serie di elementi che avrebbero reso concretamente inapplicabile tale soluzione e che distorcevano il significato ed il senso economico del ricorso a personale temporaneo.

Un altro esempio che ci raccontata di come ormai, quasi inconsapevolmente ma in modo preoccupante, sulla nostra politica sembra aleggiare un compiacente adagio diffuso, che interpreta come rassicurante l’idea che, poi e semmai, saranno le istanze giuridiche superiori a dirci chi aveva ragione.

Io credo fermamente che sia invece compito del parlamento arrivare e presentare soluzioni legislative ed operative inattaccabili, proprio perchè sondate e vagliate a fondo all’interno dei lavori commissionali. Con audizioni coerenti di esperti ed operatori nei diversi settori di competenza. Commissioni che si possono avvalere liberamente anche di importanti pareri giuridici. Il tutto a favore della qualità del lavoro
parlamentare perché, scusate se è poco, è il paese con la fiducia che ci concede, che ci chiede a gran voce che l’emendamento, l’ennesimo, non sia più galeotto!

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