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L'OSPITELa politica, la magistratura, i media

24.02.21 - 10:20
Giancarlo Jorio, già municipale di Giubiasco
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La politica, la magistratura, i media
Giancarlo Jorio, già municipale di Giubiasco

In questi giorni è attualità che un Tribunale penale ginevrino si sia occupato di un ex consigliere di Stato in conseguenza di un decreto d’accusa deciso dalla magistratura per fatti ritenuti di rilevanza penale.

È anche un fatto che la magistratura ginevrina si sia determinata con congrua celerità, a prescindere dall’interesse a sapere se sussistesse una denuncia, rispettivamente da chi e con quali modi sia stata là indirizzata.

La Giustizia di primo grado ha già giudicato.

Il caso ha sollevato l’interesse dei media nazionali poiché a processo è andato un ex membro del Governo cantonale ginevrino per fatti a lui imputati nell’ambito dell’esercizio della carica istituzionale. 

Qualche maligno vorrà insinuare che la politica possa avere lo zampino per la casuale coincidenza con le elezioni; altri perché i faldoni non sono rimasti impolverati ad attendere sugli scaffali.

Si dice che la politica sia noiosa! No, affatto, bisogna saperla ascoltare anche quando sta zitta.

La politica ha un suo linguaggio. Si stizzisce quando qualcuno ha il coraggio di “dire pane al pane e vino al vino”: diventa riottosa, ruvida e finisce per tentare d’influenzare anche la libertà giornalistica, in qualche caso arriva pure a far censurare le riflessioni scomode sui fatti e su argomenti che possono cambiare le storie di un Paese e i destini di molte persone.

È capitato in diverse occasioni per fatti noti che concernono la mia Città.

Ora per le rilevanti omissioni avvenute nell’ambito dell’esercizio della carica istituzionale, più precisamente le segnalate ipotesi di rilevanza penale, incombe un pesante silenzio. 

Si rammenta che in magistratura si sia già indagato il “primo atto” per “il peccato originale” denunciato tempestivamente. Conclusosi sì, con l’archiviazione per l’intervenuta prescrizione, ma che ha fornito elementi d’istruttoria inequivocabili, utilizzabili per il “secondo atto”.

Anche il Consiglio comunale di Bellinzona sembrerebbe non avere fretta d’imporre al Municipio, o di sostituirsi a esso costituendosi parte civile lesa per il danno patrimoniale subito dal Comune e stimato dell’ordine di 7- 800 mila franchi.

Eppure entrambe le istituzioni rappresentano il Comune, in altri termini i cittadini che di questi tempi ricevono il “santino” che evoca immagini di fiducia con la richiesta della preferenza per farsi rappresentare.

 

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